E' un punto che ne vale tre. Prandelli, mosse azzeccate

10.12.2018 11:34 di Franco Avanzini   vedi letture

A volte occorre accontentarsi ed accogliere il punto come se fosse un vittoria. Vero che, dopo l'Udinese, anche la Spal – altra antagonista diretta – è uscita da Marassi imbattuta, ma stavolta c'erano tutte le premesse per restare a bocca asciutta, sicché aver scongiurato il sorpasso in classifica da parte dei ferraresi è già motivo di conforto. L'esordio di Cesare Prandelli ha seguito, sotto certi aspetti, il filone della jella abbondantemente conosciuto durante l'era Juric, ma se nel computo del destino mettiamo anche i due legni timbrati dagli ospiti, ecco che ci si può accontentare: poteva andare anche peggio.

Chiaramente, il match ha cambiato verso dopo una manciata di minuti, quando Criscito l'ha combinata grossa entrando scomposto su un avversario e Pasqua, incomprensibilmente, ha giudicato da rosso diretto quel fallo passibile – ad essere razionali – solo di una semplice, sacrosanta ammonizione. Gara in salita e programmi saltati: altro che arrembaggio, ci si è dovuti sistemare indietro. Mossa logica, che non ha peraltro evitato il vantaggio degli emiliani, figlio di un'imperiosa zuccata di Petagna, saltato in piena area senza ostacolo alcuno.

Il direttore di gara – davvero inadeguato a certi livelli – non aveva neppure scorto il fallo da rigore che, segnalatogli via radio da un collaboratore, ha consentito a Piatek di raddrizzare un match trasformatosi in scalata di sesto grado superiore. Non è stata una totale restituzione del maltolto ma solo un atto di parziale giustizia. Per andare alla pari su questo fronte, il Genoa avrebbe dovuto usufruire di un'espulsione a carico di uno dei numerosi spallini macchiatisi di falli a ripetizione, ma evidentemente il fischietto di Tivoli ha scelto di usare due pesi e due misure.

La roccaforte rossoblù non è crollata, e va dato merito al nuovo mister, che – contrariamente al suo predecessore – non ha sacrificato una punta dopo essersi trovato in inferiorità numerica, adattando semplicemente il modulo alle nuove esigenze. Così Kouamé, migliore in campo di tre spalle sulla concorrenza, ha potuto dimostrare la propria completezza di repertorio: non solo incursore imprendibile ma anche centrocampista esterno di vaglia.

L'altra mossa prandelliana – nella ripresa fuori lo spaesato Pereira, spesso in difficoltà, e dentro il miglior saltatore della combriccola, Gunter, ideale per contrastare a due metri di altezza i marcantoni di mister Semplici – è servita a puntellare una retroguardia lievemente traballante. Tattica conservative sinché si vuole, ma l'unica possibile, considerati non solo l'uomo un meno ma anche le caratteristiche dei centrocampisti rossoblù, tutti abili nelle chiusure e nel primo disimpegno, ma lenti e privi di “gamba”. L'unica freccia nella faretra di Prandelli era Kouamé, che – supportato per quanto possibile da Piatek – è persino riuscito, in un razzente contrattacco, a sfiorare il colpo grosso: sarebbe stata, onestamente, troppa manna.

Quel secondo tempo in trincea è comunque servito a misurare i limiti di una Spal gradatamente spentasi come uno zolfanello inumidito e mai realmente pericolosa nei pressi di Radu ad onta di una schiacciante superiorità territoriale. Ovviamente, è germogliato anche il sentimento opposto: a uomini pari, il Grifo si sarebbe giocato sino in fondo la vittoria ed avrebbe... rischiato di ottenerla.

Pasqua è stato rovinoso, ma non va perdonato neppure Criscito, che ha commesso l'ennesima scorrettezza da ammonizione in questo campionato: una prerogativa che lo vede nettamente al vertice della serie A. Il Mimmo di qualche anno fa non era un habitué dei cartellini gialli, e questo reiterato ricorso al fallo è una conferma che gli anni cominciano a pesare. Di sicuro, dopo alcune gare incoraggianti a fine estate, il capitano è progressivamente sfiorito e sta diventando un piccolo problema.

La classifica dice chiaro che il Genoa è in piena bagarre e che il vantaggio rispetto alle ultime non è più rassicurante. A gennaio occorrerà una terapia ricostituente da cavallo. Il bentornato a Bertolacci non basterà per mettersi al riparo: serviranno non uno ma altri due centrocampisti (uno di fascia sinistra, l'altro con vocazione alla rifinitura) per accrescere il peso offensivo del reparto e sfruttare a dovere le rare qualità di una coppia di punte da Europa League. Guai, caro Prez, a cadere nella tentazione di mettersi in casa altri ex azzurri da tempo sul viale del tramonto.

PIERLUIGI GAMBINO

 


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