Mentalità, super difesa e sorte amica. Il capolavoro di super Ballardini

18.02.2018 12:45 di Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Da sempre il vero problema del Genoa è buttarla dentro. Se a risolverlo provvedono gli avversari, ecco che il 95 per cento del lavoro è svolto. Da quel momento, venghino, venghino, signori in direzione di Perin: troveranno pane per i loro denti. Sì perché la fase difensiva dei rossoblù vale abbondantemente un piazzamento Champions: una muraglia incrollabile, una Maginot davanti alla quale si infrangono malaugurati attaccanti di ogni fatta. L'eccezione è stata – anche un po' casuale – la rete di Parolo all'Olimpico: a rafforzare una regola fissa, un assioma.

Il Grifo vola sulle ali di un ritrovato entusiasmo, figlio principalmente del raziocinio di un allenatore per troppo tempo sottovalutato. Balla è il vero artefice di una riscossa che non si riflette solo nei risultati del week-end, ma anche nella mentalità e, conseguentemente, nella prestazione.

Il successo sull'Inter non “c'azzecca” con la casualità. Certo, serve un briciolo di sorte amica per capitalizzare la più straordinaria, incredibile carambola mostrata a certi livelli negli ultimi anni. Ed aggiungiamo, come buon peso, che affrontare Chievo, Lazio e Inter nel loro momento peggiore è stato un regalo del calendario. Ma certi aiutini del destino occorre meritarseli e andarli a cercare, senza attenderli passivamente.

Due mesi fa, il Genoa sapeva soltanto chiudersi a riccio, spezzare le trame altrui e puntare allo 0-0, anche di fronte a squadre modeste. Oggi non è più così: restano intatte le prerogative difensive, degne di una società del mutuo soccorso, ma ad esse si aggiunge la propensione a pressare alto, a favorire l'errore dei rivali, ad offendere pur evitando di squilibrare il collettivo.

Soppesando il materiale a disposizione, il romagnolo sta firmando un capolavoro, che parte da un concetto semplice: far giocare male gli avversari, condizionarli, soffocarli ricorrendo a tutte le armi, comprese la marcatura stretta, i raddoppi sul portatore di palla, anche qualche innocente falletto tattico. A ben vedere, nell'era Ballardini non un'antagonista ha brillato e offerto spettacoli succulenti: ci sarà pure un motivo...

Detto del tecnico e delle qualità di un gruppo sano, che prepara ogni partita con scrupololosità, come possiamo ignorare certe prestazioni singole? Obbligatorio partire dal Pandev ritrovato, che castiga regolarmente tutte le sue ex squadre: il valore aggiunto che Balla ha riscoperto. Al macedone occorrevano entusiasmo e fiducia, ma forse la chiave del suo rendimento è la più semplice: giocare nel ruolo prediletto di seconda punta, con la giusta libertà di svariare su tutto il fronte offensivo. Dopo anni di utilizzo come uomo più avanzato o come esterno, ecco l'uovo di Colombo.

E che dire di Laxalt, riesploso appena il mercato di gennaio si è chiuso? E' un ragazzo sensibile, a lungo frastornato a lungo dalle voci che lo volevano a destra e a manca. Oggi è un motorino inesauribile, che imperversa sulla fascia di competenza

Infine Bertolacci, riverniciato a nuovo. Non sono una banale concidenza i suoi progressi da quando Veloso si è accomodato in infermeria. I due non sono compatibili, ed è speranza comune che Balla resista a qualsiasi pressione quando il portoghese si sarà ristabilito. Certo, il romanaccio non è tornato il sontuoso rifinitore di un tempo, ma come metodista davanti ai difensori è efficacissimo.

Peraltro, il tecnico fa benissimo a smorzare l'euforia, a tenere tutti sul pezzo per scongiurare rilassatezze di ogni tipo. E, soprattutto, ad affermare che se in fase di rottura si è quasi raggiunta la perfezione, nella costruzione e nella finalizzazione si può crescere, e di parecchio. Su questo fronte, l'osservato speciale è stato (e sarà) Bessa, acquistato proprio per conferire qualità e fantasia alla manovra. All'esordio dal primo minuto non si potevano da lui pretendere sfracelli: l'ex gialloblu ha mostrato cose egregie e qualche pausa di troppo, senza incidere più di tanto nella metà campo avversaria. Aspettiamo a valutarlo contro formazioni più adatte a lui: Cagliari, Verona, Spal, ad esempio. La sua uscita a gara in corso, d'altronde è apparsa una scelta logica: a quel punto occorreva far legna più che costruire, e Omeonga era l'uomo adatto per recuperare palla e ripartire.

E ora? Doveroso battere il ferro finché è caldo, a cominciare da Bologna, appuntamento non insignificante a livello di classifica. Con la salvezza in tasca, si può fissare nel mirino a cuor leggero, senza assilli, Fiorentina e Udinese. Obiettivi assurdi solo un mese fa, quando un po' tutti si temeva ancora di precipitare.

La conclusione è doverosa: auguroni sinceri al Prez per i suoi 70 anni, che cadono proprio oggi. Rimarrà perennemente un personaggio controverso, ma dal 2007 ci propone spettacoli di serie A con il merito speciale di risollevare, sempre e comunque, le sue squadre dall'orlo del burrone. E' legittimo criticare costruttivamente certe sue scelte gestionali (più che quelle tecniche), ma invece di insistere sulla contestazione o su un atteggiamento ostile, si rivolga lo sguardo verso altre piazze calcistiche, da tempo immerse in una totale oscurità.

PIERLUIGI GAMBINO

 


Altre notizie - Copertina
Altre notizie