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A Torino manca De Winter, cercasi disperatamente un bomber

di Redazione Genoa News 1893

Manca De Winter per raggiunto numero di ammonizioni e in casa Genoa scatta subito l'allarme. No, nessuno teme che l'assenza dell'olandese mandi a carte quarantotto l'assetto difensivo. Il ritorno più che probabile di Bani, infatti, basta e avanza a tranquillizzare sotto quest'aspetto. Il Mondo Grifo però si chiede con preoccupazione chi, a Torino, potrebbe buttarla dentro, visto che l'aitante Koni ha apposto l'autografo su due dei tre ultimi gol rossoblù creando ulteriori pericoli ai portieri rivali. Certo, si sfiora il paradosso, ma così è: se non ci pensano le guardie scelte, trasferite in area rivale sui calci fermi, cala la notte.

Patrick Vieira ha rimarcato nell'ultima conferenza stampa che finalmente in avanti gode di alternative a josa e che Pinamonti, con le polveri asciutte da tempo, si rende ugualmente utile alla causa, ma questi attestati di fiducia possono evitare che gli interessati si deprimano ma almeno sinora non hanno mutato uno stato dell'arte che proprio sereni non rende.

Nella... stalla del Toro non si farà vedere Cornet, finito sotto cura per un problemuccio muscolare, ma anche con il penultimo arrivato in forze si sarebbe aperta la discussione su chi piazzare ai lati del centravanti, inamovibile mancando un vero e proprio alter ego. Vieira, con i giornalisti, si è lasciato sfuggire i nomi di Zanoli e Vitinha, a questo punto ben più di semplici indizi. Uno dei due sarà certamente della partita, ma non è neppure escluso un contemporaneo impiego, col sacrificio di Miretti – auspicato dalla tifoseria in massa – o di Thorsby, altro “semprepresente” ad onta di prestazioni non sempre esaltanti.

Anche Badelj è disponibile, e a Firenze il suo forfait si è avvertito parecchio sul piano della personalità e del carattere. Con lui il gioco sgorga più lento e compassato, ma la squadra non perde mai la tramontana e al primo accenno di problema tattico o di deconcentrazione il capitano si rivela un formidabile “aggiustatore”.

Con o senza il croato, comunque, ci si attende una gara irta di trappoloni. Il Toro, pur giovandosi di un azzurro del calibro di Ricci, non distilla calcio indimenticabile ma è squadra pratica, non priva di virtuosi (Lazaro,Vlasic, Karamoh, senza dimenticare il nuovo acquisto Elmas) che magari dormicchiano 89 minuti ma nel rimanente accendono un lampo accecante. Siccome anche la psicologia, nel calcio, ha la sua importanza, bisognerebbe che Frendrup e compagni accentuassero l'attuale iato fra il pubblico granata – tra i più accesi ma anche tra i più incarogniti – e la squadra, inevitabile espressione in campo di una dirigenza contestata da mesi e capace – per non smentirsi - di chiudere anche il mercato invernale senza l'agognato centravanti ma con qualche soldo di attivo.

Il Toro è una buona squadra da centroclassifica, senza nè velleità europee né preoccupazioni di classifica. Rispetto al Grifo ha qualche valore in più dalla metà campo in avanti e una prima punta improvvisata, lo scozzese Adams, che si è scoperto un'inedita propensione alla segnatura.. 

E' difficile che nello stadio Olimpico Grande Torino si assista al festival del gol, sicché potrebbe bastarne uno per mettersi in tasca l'intera posta. E qui si torna all'assunto di base: riusciranno i nostri eroi a gonfiare il sacco torinista? Ekuban ed Ekhator, oltre al portoghese, sono disponibili, ma anche lo stesso Messias appare in grado di esibirsi part time. Il 3-5-2 è passato di moda, ma non basta schierare in avanti un tridente se ai suoi lati zampettano centrocampisti di vocazione.

Il mister francese ribadisce che l'equilibrio tattico è indispensabile, e conveniamo con lui, ma occorrerebbe un'iniezione di coraggio anche nelle scelte iniziali, soprattutto dopo aver preso atto che i primi tempi del Genoa, da tempo immemore, non fruttano il becco di una rete all'attivo (unica eccezione del 2025, la spettacolare quanto platonica spingardata di Masini nella tana della Roma) e spesso si chiudono in situazione di svantaggio.

Cercasi sterzata, insomma, ma con gli incursori di sempre si rischia di inseguire un'utopia. E se dietro si scoprisse qualche buco? Dopo tutto, si parte dallo 0-0 e, se si riuscisse a conservarlo sino al triplice fischio, sarebbe da stappare una bottiglia di spumante. E allora si torna alla regola aurea del credo di Patrick: subito prudenza e massima attenzione, che a inserire punte su punte, nessuna delle quali così prolifica - ci sarà sempre tempo.

                         PIERLUIGI GAMBINO