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Genoa, a caccia del primo posto, la ciliegina sulla torta

di Pierluigi Gambino

Allo stadio Stirpe più che una partita di calcio è in programma una festa. Frosinone e Genoa si sono già tolti di dosso le ultime tensioni legate ad una lunghissima annata sportiva e possono affrontarsi in tutta distensione. Entrambe hanno già vinto il proprio campionato e saranno protagoniste non di una passerella ma di una sfida senza accenti aspri, pensando assai relativamente alla classifica.

Il risultato, però, non sarà propriamente vuoto si significato. Il primo posto finale non solo rappresenta una conquista prestigiosa, ma frutterà pure la Coppa Nexus, che rimarrà in bacheca vita natural durante. Vero che anche la seconda classifica ne acquisirà una copia, ma più piccola e meno di valore: perché non provare il bersaglio grosso?

Il Genoa dista dai ciociari quattro lunghezze, che solo aggiudicandosi il prossimo confronto scenderebbero ad una sola, in attesa dell'ultimo impegno stagionale: per i rossoblù contro il Bari terzo in graduatoria a Marassi e per i gialloblù in casa dell'insidiosa Ternana. Certo, ci si gioca un obiettivo secondario, la classica ciliegina su una torta giù fragrante e gustosa a prescindere: quanto basta, comunque, per insaporire questo scontro al vertice.

Ma attenzione: in tema di raffronti, non si può negare che durante l'era Gilardino, il Genoa ha messo in cascina ben sei punti in più. Sì, perché l'attuale vantaggio dei frusinati deriva da un cammino iniziale inarrestabile a fronte dei balbettii che hanno caratterizzato il Grifone di Blessin. Inutile ribadire – ma lo facciamo lo stesso – che se Spors avesse subito ascoltato chi come noi da due mesi caldeggiava l'esonero del tedesco – ora ci troveremmo ad osservare il Genoa in vetta.

La partita in Ciociaria dipenderà da numerose variabili. Tra queste, il grado di concentrazione che i rossoblù sapranno garantire dopo qualche giorno di gloria e baldoria per l'avvenuta promozione aritmetica. Gila, sergente di ferro, non ammetterà distrazioni o cali di tensione, ma un briciolo di rilassatezza sarebbe anche comprensibile e perdonabile. Ad ascoltare le voci dei calciatori genoani, tuttavia, questo pericolo non esiste: il primato, la dimostrazione sul campo di essere i più forti è un obiettivo corposo, l'ultimo premio dedicato ad una tifoseria impareggiabile. E se in Lazio maturasse un verdetto differente dal “due” in schedina, pazienza.
Il Frosinone ha attraversato di recente una crisetta ormai alle spalle e, pur non disponendo del suo giocatore più rappresentativo, l'attaccante spezzino Mulattieri, finito in infermeria, resta un fior di formazione assemblata alla grande da Fabio Grosso, campione mondiale al pari di Gilardino e al primissimo anno di successi dopo parecchie stagioni anonime. Il modulo prediletto è il 4-3-3, caratterizzato da una trama spettacolare e produttiva e da un assoluto equilibrio tra i reparti. Non si scorgono punti deboli in un team che non a caso osserva la concorrenza dall'alto. Nelle sue file va notata la presenza di un ex rossoblù, Caso, che probabilmente avrebbe aiutato il Genoa a salire: è stato ceduto per un milioncino, e non si è trattato di un affarone.

La formazione rossoblù non dovrebbe discostarsi granché da quella che ha steso l'Ascoli. Il solo ricambio in agguato è Jagiello, ma è probabile che il mister conceda fiducia al consueto terzetto di centrocampo. Non è escluso che in corso d'opera sia mutata la prima linea, con Puscas, Ekuban e Salcedo pronti all'uso. Particolare attenzione sarà dedicata dai diffidati a scongiurare un'ammonizione: nessuno di loro, infatti, intende perdersi, da protagonista, la rumorosa e coloratissima festa finale contro i “galletti” in un Ferraris incandescente.

                              PIERLUIGI GAMBINO