.

Genoa, altri errori individuali che condannano alla resa

di Redazione Genoa News 1893

Sfortuna o autolesionismo allo stato puro? Noi optiamo senza indugio per la seconda tesi dopo ave riflettuto a freddo su un match che il Genoa avrebbe potuto far suo senza tre gravi errori individuali che l'hanno condannato ad una sconfitta pesantissima. Le beffa, maturata all'ultimo sospiro della partita, dopo 91 minuti di inferiorità numerica, è l'unico autentico segno di un fato infame, poiché i dieci uomini rimasti in campo e anche i sostituti entrati a gara in corso avrebbero meritato di uscire non con uno ma addirittura con tre punti, e il fervido, prolungato applauso ricevuto a bocce ferme dai propri sostenitori rappresenta un premio ai loro vani sforzi.

Come già con l'Inter, il Grifo parte ad handicap, e ci va di mezzo nuovamente il portiere Leali. Stavolta lo inganna Norton-Cuffy, il compagno teoricamente più prestigioso e corteggiato: da ultimo uomo, quel goffo controllo con palla rubatagli da Maldini è un infortunio che nulla da invidiare a quello commesso contro l'Inter dall'estremo difensore, il quale una settimana dopo ci mette di suo un erroraccio di calcolo che può essere perdonato ad un ventunenne, non ad un giocatore così esperto: il figlio d'arte è bravo a scartarlo, ma Leali, invece di lasciarlo passare a costo di incassare uno scontatissimo gol, lo sgambetta fuori area guadagnandosi un pesantissimo cartellino rosso.

Gara in salita e prospettive nerissime, ma i minuti passano senza che gli atalantini – pur sempre attrezzati nonostante parecchie assenze – bussino all'uscio di Sommariva, una vita nel Genoa, spinto tra i pali di serie A anche dall'assenza per infortunio del dodicesimo Siegrest. Uno solo l'intervento del prodotto del vivaio genoano, su conclusione rasoterra di De Ketelaere, in tutto il primo tempo.

Il match, corretto e privo di spigolature, non decolla mai per colpa degli orobici, che si limitano al compitino e tengono palla quasi svogliatamente, senza affondare i colpi. Il Genoa rimedia un figurone: anche Marcandalli fa il suo e i suoi compagni di reparto Otoa e Vasquez si comportano ancor meglio, al pari di centrocampisti ammirevoli per corsa e pervicacia e di attaccanti stoicamente protesi a tenersi stretto ogni pallone che capitasse nei paraggi.

Dopo l'intervallo ci si aspetterebbe una squadra ospite veemente nelle sue offensive ed invece si registra un altro harakiri genoano, stavolta in area ospite. Inarrestabile la discesa sulla destra di Norton-Cuffy, bramoso di riscattare la paperaccia iniziale, e al bacio il suo cross rasoterra, che Vitinha, solo a centro area, può controllare da par suo: sarebbe gol fatto per qualsiasi attaccante anche del mondo dilettantistico ma mister 18 milioni riesce nell'impresa titanica di scheggiare il palo esterno graziando così Carnesecchi.

Inizia il consueto carosello di sostituzioni e Palladino, trainer nerazzurro, farà ricorso a tutta la forza d'urto disponibile in panca. A metà tempo, ecco Thorsby per lo sfiatato Malinovskyi (prova discreta, la sua) e Colombo per Ekuban, che era stato inizialmente schierato – un po' a sorpresa – al suo posto. Il Grifo continua a battersi con ardore. I bergamaschi ci provano, ma con relativa convinzione e senza inquadrare la porta e al 76' rischiano ancora di capitolare: splendido traversone da destra di Ellertsson verso Colombo, che si inarca e di testa mira verso l'incrocio ma Carnesecchi, guardiano della Dea, vola sulla propria destra e devia con un miracolo.

Convulso il finale, con Vitinha acciaccato che chiede il cambio a pro di Masini e subito appresso è Thorsby a rimediare in un'incursione in area avversaria un cartellino giallo per simulazione e un colpo alla spalla che lo frenerà negli ultimi minuti senza più cambi per avvicendarlo. Sommariva, bravissimo ad alzare in corner una sassata di Zalewski, sembra sul pezzo, ma all'ultimissimo sussulto la combina grossa: vero che su quel corner l'area è intasata, ma un portiere più sgamato e fisicamente strutturato non sarebbe uscito a vuoto favorendo la decisiva inzuccata del gigante Hien. Mani nei capelli per il ragazzo di Sestri Ponente, consolato subito da mister De Rossi e da tutto uno stadio. Lunedì prossimo all'Olimpico avrà probabilmente la chance di riabilitarsi: di sicuro il lavoro non gli mancherà.

                PIERLUIGI GAMBINO