Genoa, aria pesante al Milan, occorre approfittarne
Patrick Vieira è grato al Milan per averlo introdotto nel calcio che conta, ma stavolta non farà sconti. Il suo Genoa ha la ferma volontà di corroborare la serie positiva e, in compenso, il Diavolo è squassato da polemiche intestine: perché non approfittarne?
La sensazione è che il posticipo serale di San Siro possa rivelarsi ben più equilibrato di quanto non recitino la classifica e le differenti ambizioni. Il Grifo naviga nella mare della tranquillità e può affrontare i rossoneri e, subito dopo, il Ciuccio senza tremolii, confidando di mantenersi, magari con due punticini, in carreggiata salvezza. I padroni di casa, invece, stanno portando avanti un campionato insapore e sono già distanti anni luce non solo dalla zona scudetto ma addirittura dall'orbita Champions.
Anche le premesse tattiche appaiono favorevoli a Badelj e compagni. I rossoneri faticano ad abbattere muraglie munite e in compenso presentano abitualmente squilibri di schieramento che li espongono alle veloci ripartenze avversarie. Non solo, il loro pressing a centrocampo è abbastanza labile, non soffoca e consente a qualsiasi antagonista di costruire gioco in tutta tranquillità.
Mettiamoci poi le assenze nelle file lombarde. Un un sol colpo Fonseca deve rinunciare a Pulisic, Morata, Loftus-Cheek e, probabilmente, Okafor, sicché in avanti e a centrocampo gli uomini sono contati, gli stessi che a metà settimana hanno sudato sette camicie per aver ragione della Stella Rossa in campo internazionale.
Un vantaggio indubbio per il Grifo, che – abilmente istruito dal suo allenatore – giocherà la sua partita senza concedere spazi vitali al pericolo pubblico numero uno, Leao, un fenomeno negli spazi larghi ma assai meno decisivo contro difese schierate. Il portoghese va comunque controllato a dovere e sul suo binario operativo non dovrà soltanto presidiare il terzino Sabelli, ma servirà l'apporto di Zanoli, che gli opera davanti e, soprattutto, di Thorsby, il mediano di destra. L'altro elemento da non perdere di vista è Rejnders, bravissimo negli inserimenti e nelle conclusioni dalla distanza: servirà costruire attorno a lui una sorta di gabbia.
In casa Milan si respira aria pesantissima. L'ultima intemerata di mister Fonseca, con annessa minaccia di esclusione, si è rivolta verso Tomori, Loftus-Cheek (comunque ai box), capitan Calabria (in campionato toccherà al non impeccabile Emerson Royal) ma soprattutto Theo Hernandez, accusato di svogliatezza. Non è impossibile che dal cilindro del trainer portoghese esca, per la fascia mancina, il 19enne Bartesaghi, il suo pari età Jimenez o l'adattato Terracciano. In avanti spazio ad Abraham come prima punta, ma attenzione al 16enne Camarda, potenzialmente un crack: potrebbe suonare per lui la diana dell'esordio del primo minuto.
Esistono tutti le premesse perché il Genoa rovini almeno in parte la festa per i 125 anni del Diavolo. Potrebbe bastare una condotta disciplinata ma non rinunciataria o passiva, basata su un attenta copertura delle varie zone di campo e sull'utilizzo intensivo dei corridoi laterali.
La principale avvertenza sarà non isolare in avanti Pinamonti, ma fornirgli sostegno. Sotto quest'aspetto, moltissimo ci si attende dai due stantuffi Thorsby e Frendrup, che dovranno essere presenti anche nei pressi dell'area milanista.
Il Morten danese è andato a segno col Cagliari, ha sfiorato il bis di fronte al Toro e sta rivelando qualità inedite in zona gol. Il Milan lo ha inserito nel ristretto elenco di potenziali rinforzi a gennaio: per lui uno stimolo in più.
Sul fronte formazione non si prevedono sommovimenti. La sola variazione riguarda il rientro di Vasquez, baluardo insostituibile, già a bersaglio (ma contro l'Inter ) nel tempio di San Siro. Per il resto, solo conferme, anche se Vieira terrà caldi parecchi elementi per un impiego part-time: l'ex di turno Balotelli, l'oggetto misterioso Vitinha e, a centrocampo, il sempre più convincente Masini e – chissà – quel Pereira che prima o poi dovrà pur guadagnarsi un briciolo di considerazione.
Sfida stuzzicante ed incerta. Da una parte una galleria di talenti (Leao in testa) e dall'altra un'ammirevole compattezza, che può rivelarsi la chiave per giungere ad un risultato confortante. Ma non si trascuri il diverso stato d'animo tra i due clan: in certi contesti può davvero fare la differenza.
PIERLUIGI GAMBINO