Genoa, cambiato il vento, la squadra ha saputo reagire
Cambia il manico e il Genoa ritrova d'acchito brillantezza e convinzione nei propri mezzi riuscendo nell'impresa, che pareva disperata, di espugnare il terreno del Sassuolo, spezzando così il sortilegio stagionale. E' bastata quest'impresa per passare dall'ultima posizione in solitudine al terzultimo posto, con prospettive rosee in vista dell'inopinato spareggio con la derelitta Fiorentina.
La coppia Murgita-Criscito rivolta la squadra come un calzino apportando quelle modifiche che il popolo rossoblù reclamava da tempo. Ecco il passaggio alla 3-5-2 con Marcandalli a completare il trio arretrato, mentre a centrocampo Masini lascia il posto a Thorsby e in avanti si rivedono Colombo e Vitinha, sinora più panchinari che titolari.
E' sufficiente qualche minuto per capire che è un Genoa rigenerato. Nel primo quarto d'ora giocano soltanto i rossoblù, che non si limitano al possesso palla ma provano ad incidere. I due attaccanti in un paio di occasioni si rivelano intraprendenti e pericolosi, ma bisogna attendere il 18' per lo strameritato vantaggio. Lo firma Malinovskyi con una chicca delle sue: sulla respinta di pugno in uscita del portiere Muric, parecchi giocatori avrebbero centrato la curva, ma non l'ucraino, che spedisce, come telecomandata, la sfera all'incrocio.
Il Sassuolo non ci sta e tenta subito un reazione, ma l'assetto tattico del Grifone è perfetto. Ci provano Pinamonti e Kone, ma senza esito e vero la mezzora si registrano un tentativo impreciso di Colombo e un tiraccio di Vitinha assorbito a fatica dal numero uno neroverde. Ricca di capovolgimenti di fronte, la gara è godibilissima. Pinamonti va al tiro un'altra volta, imitato dal compagno Thorsvedt, ma il Grifone fa ottima guardia e verso l'intervallo avrebbe la chance per chiudere il match ma Colombo, servito da Malinovskyi, dovpo aver vinto un contrasto non inquadra lo specchio. Il commento di metà incontro è assai lusinghiero per i rossoblù che, opposti ad un Sassuolo per nulla arrendevole, hanno saputo difendersi con efficacia ma – ottenuto il vantaggio – non disdegnando di contrattaccare.
Secondo previsioni, la ripresa presenta subito un Sassuolo di ben altra pasta fatto. Il Genoa, travolto dall'onda neroverde, capitola presto sugli sviluppi di un corner e nella circostanza Vitinha, come spesso succede alle punte nella propria area, la combina grossa allungando colpevolmente verso il secondo palo e servendo così sul piatto d'argento al rapace Berardi la più comoda palla del pari.
Gli emiliani insistono e per dieci minuti abbondanti livita il timore che finisca come in numerose altre trasferte, col Genoa in vantaggio nel primo tempo e poi raggiunto e superato nel secondo. I rossoblù, presi per mano da uno straripante Norton-Cufy sulla fascia destra, reggono l'urto e spegnendo progressivamente gli ardori dei locali. La palla gol, così capita sui piedi di un genoano, ancora Colombo, che si libera da campione per il tiro ma poi conclude mezzo metro oltre la sbarra: non gliene va bene una. Sarà il suo canto del cigno, poiché i dioscuri in panca, al 68' sostituiranno l'ex milanista con Ekuban dopo che erano usciti Malinovsky e Vitinha a pro di Masini e Messias, così da imprimere nuovo equilibrio. Fuori anche Marcandalli, ammonito e un po' in sofferenza, e passaggio alla difesa a quattro con Ellertsson inserito a destra. All'85 ultimo cambio: esce Thorsby, non più lucidissimo, e al suo posto un altro fresco ripescato, Gronbaek, a conferma che i due panchinanti intendono concedere un'opportunità a tutti.
Il Sassuolo si sgonfia e non si presenta più al cospetto di Leali, mentre il Genoa non si arrende e dopo un'inzuccata appena alta di Vasquez all'87', realizza il capolavoro al minuto 93': prorompente accelerata di Norton-Cuffy (di due spanne il migliore in campo), che supera in velocità tre avversari e cede ad Ekuban, il quale a destra si procura fallo e calcio di punizione. La morbida traiettoria disegnata da Martin è un cioccolatino per Ostigard, che sbuca improvvisamente a centro area e imperiosamente infila sotto la traversa per la gioia del migliaio abbondante di trasfertisti rossoblù appollaiati appena sopra. E' un segnale di giustizia, poiché il Grifo meritava di più il successo rispetto ai padroni di casa e anche una liberazione. Una rondine non farà primavera, ma l'aria è cambiata sotto ogni aspetto. Il duo Criscito-Murgita ha compiuto il miracolo di conferire raziocinio ad ogni scelta tattica e ora, con la Fiorentina prossima ospite a Marassi, chissà che non si giochi addirittura la conferma definitiva...
PIERLUIGI GAMBINO