Genoa, contro l'Inter sfida tremenda ma non impossibile
Il “pieno” di Udine e l'imbattibilità in campionato portata avanti da mister De Rossi cambiano almeno in parte i connotati della super sfida marassina contro la corazzata interista. Il Genoa, grazie all'inopinato margine attivo di quattro lunghezze sul Pisa quart'ultimo, può presentarsi al cospetto dei primari candidati per lo scudetto con l'animo sereno e disteso di chi ha ben poco da perdere e moltissimo da guadagnare. Un mese fa quest'appuntamento sarebbe stato da archiviare in anticipo col successo ospite, ma le carte in tavola sono lievemente cambiate: intendiamoci, Beneamata ancora strafavorita in un match che resta alquanto sbilanciato nel computo dei valori, ma non possiamo più parlare di esito scontato.
Il Grifo ci crede e sommessamente intende far prevalere le proprie qualità, che non sono quelle di uno squadrone ma neppure di una vittima sacrificale. De Rossi rammenta sfide epoche disputate in giallorosso contro i nerazzurri ed è ben conscio che il match alle porte non sia parimenti equilibrato, ma ha una gran voglia di giocarsi le proprie chance senza farsi intimidire. Il suo grido di battaglia risuona ad ogni allenamento e sarà ripetuto nelle viscere del Ferraris prima di ingaggiare, con le armi a disposizione, una contesa aspra e stimolante. Dopo tutto, la sua squadra potrà schierarsi con la formazione prossima all'ottimale, con il solo forfait riguardante Østigård, già assente in Friuli. Una defezione pesante considerate le qualità della prima linea rivale, ma il ripescato Otoa ha dimostrato di poter frequentare l'università del nostro calcio senza arrossire o andare incontro a figuracce. Rispetto al norvegese è meno incisivo in area rivale e potrebbe accusare qualche momento di inesperienza, ma è senz'altro più veloce e bravo nell'impostare l'azione dalle retrovie.
De Rossi chiederà ai suoi una gara di sacrificio, soprattutto in fase difensiva. Conosce a fondo il ventaglio di alternative d'offesa nel repertorio dell'Inter, il team che meglio sa allargare il gioco sfruttando gli esterni o, se occorre, procedere per vie centrali imbeccando e chiedendo sponda alle punte. Per l'antagonista di turno è il gioco della coperta corta: davanti o dietro rischi di rimanere scoperto e di esporti a folate per nulla gradevoli. Gli uomini di Chivu – apprezzatissimo ex compagno di DDR in una Roma competitiva – sono specialisti sia nel rubar palla sulla trequarti avversaria sia ad attirarti in massa nella loro metà campo per creare spazi invitanti a pro dei loro bomber.
Presumibilmente saranno i meneghini a comandare le operazioni, col Genoa obbligato a contenere e anche attentissimo a scongiurare il più possibile un'altra specialità del Biscione: i calci d'angolo,spesso sfruttati da un'invidiabile batteria di saltatori.
Il trainer rumeno attende questo match come un esame di carattere psico-fisico per comprendere lo stato di salute di una compagine reduce dal beffardo ko interno col Liverpool in Coppa. Un verdetto che potrebbe provocare sfiducia ma anche rabbia e desiderio di riscattarsi. L'elenco degli assenti in casa nerazzurra concerne l'esterno derstro Dumfries, il centrale dei centrali Acerbi e il regista principe Calhanoglu, ma il mister nerazzurro non trema: la sua seconda squadra potrebbe comodamente guadagnarsi una poltrona in Coppa Uefa.
Per sostituire l'olandese concorrono non tanto Luis Henrique (ormai bocciato) quanto gli adattati Carlos Augusto e Diouf. In difesa è sicuro l'accentramento di Akanji, rilevato a destra a Bisseck, che l'anno corso regalò ai rossoblù il pari con un fallo di mano in area. Toccherà al polacco Zielinski (altro veterano) avvicendare il turco, ma nella zona nevralgica è pure nell'aria l'ingresso del giovane Susic al posto del veterano Mikhitaryan. E non è neppure escluso che in avanscoperta Bonny, che sarebbe un sicuro titolare in qualsiasi altro team di serie A, faccia rifiatare l'appannato Thuram.
A proposito di punte, De Rossi non dimentica né Ekuban né Ekhator, che in coro d'opera dovrebbero trovare spazio al pari di Messias, rimpiazzo già individuato per Malinovskyi. Tre ricambi in grado di cambiare volto alla sfida o perlomeno di rendere più ardua ai milanesi la strada per la vittoria
PIERLUIGI GAMBINO