Genoa, domani guai a sottovalutare la Viola appassita
O specchio delle mie brame, chi è la più brutta del reame? Tra Genoa e Fiorentina, le due grandi malate del nostro calcio, il confronto, estremamente triste, lo vince la Viola, il cui balzo all'indietro rispetto ai tempi gloriosi è difficilmente eguagliabile. Ma il divario resta minimo: di un'incollatura, per usare un linguaggio tipico dell'ippica. I toscani sono piombati nella cantina della classifica, ma i rossoblù sono a portata di sorpasso e neppure loro scoppiano di salute,
Di sicuro il destino è stato perfido nel porre l'una contro l'altra, due realtà immerse in una crisi tanto inattesa quanto profonda. Su entrambe le tolde troviamo un nuovo comandante, insediato a costo di mandare a mare contratti onerosissimi: mossa disperata e improrogabile per cercare di sfuggire al destino più amaro. Nell'ottica genoana, solo il tifoso più superficiale potrebbe gioire per questo confronto, disseminato invece di trappoloni, e ha fatto benissimo Daniele De Rossi, nell'antivigilia del suo esordio in rossoblù, a definire la Fiorentina come la peggiore antagonista possibile.
Al capezzale dei gigliati è giunto Paolo Vanoli, e potrebbe bastare questa modifica a scatenare un sommovimento psicologico nell'animo di giocatori stravolti dalle sconfitte e sfiduciati. Solo per l'umanissima volontà di proporsi nel migliore aspetto agli occhi del nuovo capo, Mandragora e compagni sputeranno sangue sul prato marassino. Basterà per invertire il trend? Non è ovviamente scontato, poiché raddrizzare mentalmente una situazione così grave implica un lavoro profondo, che nessun allenatore potrebbe condurre a termine in una manciata di ore, ma è meglio restare in guardia.
Il Genoa, se non altro, ha già invertito la rotta espugnando Reggio Emilia e lasciandosi alle spalle un paio di antagoniste, mentre la Viola deve ancora riuscirsi e certamente non troverà steso sul prato del Ferraris un tappeto rosso. I vecchi psicologi applicati al calcio suggerivano la strada, come se fosse agevole imboccarla: spingere forte sui pedali nel primo quarto d'ora e passare in vantaggio, così da ingenerare il peggiore dei sentimenti in chi già sta frequentando l'inferno.
E' un gioco di sentimenti a caratterizzare questa drammatica sfida a scacchi. Certo, se si leggono i nomi delle due formazioni, nessun dubbio giunge al cervello: gli ospiti sono di ben altra pasta fatti. Nelle loro file troviamo un portiere mitico, il centravanti della nostra nazionale, un folto gruppo di mestieranti con nobile pedigrée: tutta gente che nei pronostici agostani avrebbe dovuto combattere per un posto in Europa League. La realtà invece è di segno opposto: abituati a piatti succulenti, i fiorentini faticano a digerire il pane duro della bassa classifica.
Saprà approfittarne la banda di Daniele De Rossi'? Il nuovo mister rossoblù, nel primo contatto genovese con gli organi di informazione, ha espresso più di un concetto intelligente, ma uno li batte tutti pur apparendo scontato: sarà lui a dover adattare le proprie idee alle caratteristiche dei giocatori e non viceversa. Tradotto in termini pratici, con tre soli allenamenti alle spalle, non farà la rivoluzione e neppure riempirà di avvertenze la truppa: ci sarà modo, capitalizzando la sosta, di rivedere qualcosina. Il 3-5-2 garba anche all'uomo di Ostia, che sotto sotto approva molte scelte operate dai suoi provvisori predecessori, Mimmo e Roby, e premiate dal successo pieno sul Sassuolo.
In tema di interpreti, una modifica sarebbe stata da evitare e alimenta un quesito non trascurabile: con chi surrogare Malinovskyi finito in castigo? Servirebbe un elemento di personalità, visione di gioco e qualità e in teoria si dovrebbe togliere dalla naftalina l'oggetto misterioso Stanciu, ma la mossa ha i suoi rischi e va ponderata lungamente. Ecco perché non sarebbe sorprendente se DDR si affidasse in ad un trio di calciatori in piena salute, ad onta della loro scarsa dimestichezza con la regia e con la rifinitura. Dunque, Frendrup e Thorsby sicuramente in campo e Masini probabilmente al loro fianco, a formare una mediana da corsa, in grado di contenere la qualità tecnica dei contendenti e di imporre vivacità e dinamismo. E se le cose non dovessero funzionare, ecco il ricorso ad una soluzione comunque suggestiva: davanti a due portaborracce, quel Carboni che dispone di fisicità e tocco felpato ma deve ancora dimostrarsi maturo a sufficienza.
Nella difesa a tre, con Otoa eterno ospite dell'infermeria, rimangono solo Marcandalli, Ostigard e Vasquez (con Sabelli provato in allenamento come soluzione di emergenza) e sulle fasce Martin e Norton-Cuffy appaiono i titolari designati pur senza trascurare la duttilità di Ellertsson.
In avanti qualche dubbio in più è legittimo, ma il trainer sa benissimo che Ekhator, oltreché giovane, è dolorante e che Ekuban rappresenta una boccia persa ogni qualvolta è un partente e non un subentrante. Dunque, si torna alla coppia Vitinha-Colombo, sperando che l'ex milanista, dopo aver esibito capacità indubbie nello smarcamento, inquadri i 7,32 x 2,44 invece che impallinare un qualsiasi spettatore in gradinata. Sinora gli è mancata anche la buona sorte e per questo motivo è doveroso insistere per rilanciarlo.
A livello tecnico-tattico, ignorando la componente psicologica, questa Viola sta balbettando da mesi in fase difensiva, mancando di un leader nel reparto. Anche a centrocampo non si scorgono mastini impietosi, ma tutti giocatori più adatti a giocare che a coprire. Certo Dodò sulla fascia è una potenziale “ira di dio” e là davanti le potenziali di Gudmundsson sono arcinote al popolo genoano, che teme un inopinato risveglio del vecchio idolo, da tempo dormiente e innocuo.
Le caratteristiche del match non sono inadatte ad un Genoa che contro squadre dalla ridotta struttura fisica rimedia quasi sempre figure dignitose, ma il dubbio di fondo prescinde dall'avversario: chi, mancando Malinovskyi, è in grado di bucare De Gea? Se il primo nome che passa dalla mente è quello di Ostigard...
Ultima annotazione: in una sfida contraddistinta da incroci scaramantici, ricordiamo che la Fiorentina ha spesso inflitto al mondo Genoa dispiaceri atroci e nelle ultime tre esibizioni al Ferraris l'ha fatta da padrona. L'occasione è ghiotta per spedire in Toscana una pietanzina ricca di veleno con riflessi di classifica sconvolgenti.
PIERLUIGI GAMBINO