Genoa in salute, ma attenzione a non fare regali a chi è in crisi
Dopo l'indigestione di gol e di elogi, figlia di un giovedì sera indimenticabile, tocca ad Alberto Gilardino indossare i panni del pompiere e riportare la sua truppa alla realtà di un campionato che non ammette pause e cali di tensione.
La gara di Udine si prospetta diversa anni luce da quella, trionfale, contro la Roma. Stavolta il quadro psicologico è favorevolissimo ai rossoblù, mai come adesso sorretti da entusiasmo e ferma volontà di risalire ancora, mentre il clan friulano è immerso in una preoccupante crisi di risultati: tanto che la panchina del'ex genoano Sottil (lo ricordiamo ruvido ma redditizio difensore centrale) è fortemente a rischio e già si è stilata una nutrita lista di pretendenti alla successione, capeggiata da quel Tudor che – secondo i boatos delle ultime settimane – era il primo della lista rossoblù se Gilardino avesse deragliato.
Il Genoa, che in Friuli nelle annate recenti ha conosciuto rare gioie, deve anche sconfiggere l'inveterata abitudine a travestirsi da crocerossina a favore di avversarie pericolanti. Ci sono tutte le premesse per una svolta in proposito, considerando la prudenza e l'attenzione con la quale il trainer biellese affronta ogni partita.
La fantastica prova infrasettimanale ha regalato al trainer nuovi spunti e parecchie certezze, ma il varo dell'undici anti-bianconero non è propriamente agevole e scontato. La sensazione è che, tuttavia, il 3-5-2 (speculare a quello abituale di Sottil) possa essere confermato, ma con quali interpreti? Impossibile che muti il trio di centrali difensivi, ormai un conclamato punto di forza, ma nel reparto esterni l'incertezza è somma. Torna disponibile Martin, ma dopo i guai combinati a Lecce è improbabile un suo rilancio. Il baby Matturro potrebbe essere confermato, ma non si esclude un spostamento a sinistra dell'eclettico Sabelli con l'immissione dal primo minuto di De Winter sul corridoio di destra.
A centrocampo le scelte sono pressoché obbligate, dato il contemporaneo forfait di Badelj e Strootman, due architravi della manovra rossoblù. Negli ultimi anni mai è successo che entrambi non facessero parte dell'undici di partenza: una forzata novità pronuba di incognite. E se l'olandese gode di rimpiazzi con caratteristiche simili, il croato resta l'insostituibile faro quando occorre anche fare gioco e non agire sull'avversario come successo contro una Roma in svantaggio.
Attediamoci un Genoa diverso dal solito, ancora con Frendrup centrale, affiancato da due soldatini preziosi e umili quali Thorsby, destinato ad agire lievemente più avanzato, e Kutlu, che dovrà frenare il proprio istinto e, come giovedì, badare soprattutto a mantenere la posizione.
Le chances di successo saranno ancora legate alle invenzioni di Gudmundsson – sempre più uomo mercato, e non è una bella notizia – e alla straordinaria concretezza di Retegui. E Messias? Dovrebbe partire in panca, ma probabilmente entrerà in corso d'opera, in sostituzione dell'esterno di destra o di un centrocampista: molto dipenderà dallo sviluppo del match, dal risultato e dall'atteggiamento degli antagonisti. Come guastatore avanzato, l'ex rossonero è in grado di sconvolgere i piani del tecnico rivale anche quando il parziale arride al Genoa.
E se Gila lo inserisse dal minuto iniziale sacrificando un difensore e proponendo la 4-3-2-1? Ipotesi da non scartare totalmente.
L'Udinese appare meno provvista rispetto alle ultime annate. La società ha optato per un ulteriore ringiovanimento, affidandosi all'arcinota abilità di reperire all'estero talenti sconosciuti. La squadra sta però faticando, e lo confermano i risultati: tre pareggini senza la gioia di un successo preoccupano alquanto. La qualità della trama non latita, ma il raccolto è sempre inferiore alla semina soprattutto in fase offensiva, come attesta il numero delle reti all'attivo: appena due. Da controllare stretto il talentuoso Samardzic, che dopo l'inopinato voltafaccia di fine mercato all'Inter appare il solo bianconero in grado di decidere la sfida con una giocata personale.
Prepariamoci ad assistere ad un'aspra battaglia, che i rossoblù dovranno ingaggiare a viso aperto, puntando a sferrare il primo schiaffo. E il fatto di poter gradire due risultati su tre è un vantaggio non trascurabile.
PIERLUIGI GAMBINO