.

Genoa, l'ennesima rimonta subita, ora il futuro preoccupa

di Franco Avanzini

di Pierluigi Gambino -

Adesso il Genoa, specialista nel perdere punti in trasferta nei minuti conclusivi, si fa rimontare anche in casa. Un Empoli frizzante e dinamico ma assolutamente inerme in fase offensiva raccatta un punto forse insperato, che corrobora le speranze di salvezza e nel contempo equivale ad una sentenza per il Grifo: altro che sogni di centro classifica, senza adeguati rinforzi a gennaio sarà già un'impresa tagliare il nastro del quart'ultimo posto.

I toscani si fanno preferire quanto a possesso palla e a qualità: giocano a memoria e, pur faticando a concretizzare, concedono ai rossoblù scarse opportunità di pungere. Gilardino in un sol colpo rilancia Retegui e Messias, con Malinovskyi arretrato a centrocampo. In teoria, un trio che dovrebbe garantire una certa pericolosità, ma la trama genoana è macchinosa nelle origini e troppo raramente la sfera giunge sino alla trequarti ospite. Discutibili la conferma di Vogliacco come centrale dei centrali e lo spostamento sulla fascia sinistra di Vasquez, che a livello propositivo mostra tutti gli antichi limiti, specialmente nei traversoni.

Il primo tempo scorre via omogeneo con la banda di Andreazzoli che arriva spesso nei pressi dell'area genoana per poi smarrirsi e rifugiarsi in conclusioni altamente improbabili. Il Grifone fatica a prendere il comando e si affida principalmente alla verve di Messias, sfortunato con una deviazione volante che incoccia nella trasversale. Il prologo al vantaggio, che non nasce da un'azione irresistibile ma quasi esclusivamente dalla classe cristallina di Malinovsky che, ricevuta palla da Badelj, si guadagna lo spazio per concludere dal limite e centra l'angolino con apprezzabile qualità balistica. Un episodio lucente nel buio di una mezza gara non certo ricca di emozioni.

Nella ripresa, agli azzurri basta ed avanza asserragliare i padroni di casa per qualche minuto ed ecco il pareggio: nessuno impedisce a Kovalenko di crossare da destra verso il secondo palo, dove Vogliacco si addormenta lasciandosi anticipare dallo scaltro Cancellieri, autore dell'inzuccata letale. Al primo tentativo, ecco dunque un pareggio che non suona come premio esagerato, ma - valutata la prestazione offerta da entrambe le squadre – risponde più fedelmente alle vicende di una sfida tutto sommato equilibrata.

Come sempre, il Genoa si spegne cammin facendo, anche se Gila cerca di rianimarlo con qualche sostituzione. Dei virtuosi resta solo in campo Retegui, irrinunciabile, ma la sua rentré è condizionata inevitabilmente da una condizione fisica precaria e da una tenuta insufficiente. Del bomber non si ricorda un solo spunto degno di nota.

L'Empoli controlla a lungo le sfuriate rossoblù senza correre soverchi rischi. Solo in una circostanza i rossoblù vanno vicini al gol, ma la girata del diciassettenne Fini si spegne di un nonnulla sul fondo a portiere battuto. Il forcing conclusivo dei locali, ritmato da un tifo assordante, non ha sortito la rete di un successo fondamentale seppur non meritatissimo.

Ci sta di non vincere uno scontro diretto casalingo, ma se il verdetto con l'Empoli si aggiunge ai colpevoli sprechi perpetrati lontano da Marassi, ecco che i conti iniziano a non tornare e, dando un'occhiata al calendario, che nei prossimi quattro turni assegna i viaggi a Monza e Reggio Emilia intervallati dagli impegni casalinghi con Juventus e Inter, le preoccupazioni lievitano e inizia a fare capolino il timore di venire risucchiati nel baratro.

                                    PIERLUIGI GAMBINO