Genoa quasi a posto, che bel vantaggio!
Chissà quanti allenatori in attività invidiano Alberto Gilardino. Parecchi di loro attendono ancora
vagonate di rinforzi o debbono ricostruire da zero una squadra, mentre il mister aspetta solo gli
ultimi innesti e plaude alla decisione societaria – da lui stesso caldeggiata - di lasciare immutato,
per quanto possibile, il vecchio assetto.
D'altronde, Gila non deflette dalla sua antica convinzione: piuttosto che immergersi in un'avventura
costellata di incognite, è preferibile restar fedeli alla strada intrapresa, che garantisce l'indubbio
vantaggio di poter sfruttare il lavoro di assemblaggio già svolto e scongiurare qualsiasi tipo di
sorpresa riguardo all'inserimento di nuovi elementi.
Il Grifone 2024-25 è prossimo al varo definitivo. L'arrivo di Zanoli, corteggiato da oltre un anno,
colma l'antica lacuna del corridoio di destra: sulla carta, l'ex napoletano assicura tenuta difensiva e
poderosa spinta sulla fascia. Per il resto, organico immutato, a parte tre partenze di diverso tenore:
scontata e assorbibile quella di Strootman, fulgido esempio di professionalità ma ormai a
scartamento ridotto; più dolorosa quella di Martinez, immolato sull'altare del bilancio; inevitabile,
ma fonte di relativi rimpianti, quella di Spence, troppo caro da acquistare.
All'appello, ora come ora, mancherebbero il sostituto dello spagnolo tra i pali e un centrocampista
eclettico, in grado – all'occorrenza – di rilevare il chilometrato ma ancora delizioso (sinché il fiato
lo sorregge) Badelj in regia e di conferire dinamismo e un briciolo di pericolosità offensiva in più al
reparto. In entrambi i casi, non c'è assolutamente fretta, anche se il ruolo di mezzala non è
popolatissimo e quello del numero uno impone di non compiere salti nel buio. La società insegue un
prospetto giovane e potenzialmente dotato proprio come era il nuovo dodicesimo interista quando
arrivò in Liguria. Basilare sarà un estremo difensore strutturato e alto 1,90, come richiede il calcio
moderno. Quanto al centrocampo, l'ultimo nome giunto da Radio mercato è Bonaventura, cui la
Fiorentina non ha rinnovato il contratto. Parliamo di un calciatore coi fiocchi, ma l'anagrafe (l'ex
rossonero è un 1989) induce a qualche riflessione. Non sono già troppi nel Genoa gli Over 30?
Da valutare, poi, l'innesto del centrale difensivo Marcandalli, reduce dal salutare prestito alla
Reggiana: non gli mancano fisicità e velocità, ma servono anche altre doti (in primis la
concentrazione) per evidenziarsi nella massima serie. In quest'ottica, riflettori accesi anche sul
neppur ventenne Matturro, pronto a tornare in trincea dopo un serio infortunio che gli ha fatto
perdere un anno.
L'obiettivo di fondo è palese: confermarsi in una zona franca da spiacevoli sorprese, puntando a
guadagnare una posizione, così da scavallare a sinistra in classifica. Le premesse ci sono tutte, ma
qualche decennio di esperienza nel football invita a non cantare anticipatamente vittoria. Quali
saranno le scelte finali operate nelle alte sfere rossoblù?
Una premessa: il presunto distacco dei 777 non deve preoccupare, visto che la struttura di controllo
è solidissima e all'orizzonte non si prefigura un cambio di management. L'Inter sia di insegnamento:
i nuovi proprietari, come prima decisione, hanno confermato in toto Beppe Marotta e i suoi
collaboratori. Perché mai in seno al Grifone si dovrebbe agire diversamente, visti i risultati
eccellenti ottenuti nelle ultime due stagioni?
Garantita la continuità gestionale, occorre però fare di conto, partendo dai calciatori in esubero
ancora a libro paga: parecchi di loro già immersi nel cervellotico andazzo preziosiano. Il loro peso a
livello di bilancio è ragguardevole e preoccupante, tale da condizionare il quadro economico
societario per almeno un'altra stagione. E se qualche elemento tipo Coda e Aramu troverà di sicuro
una collocazione, altri rischiano di rimanere sul groppone del Genoa.
A ciò si aggiungano i risaputi paletti del fair play finanziario, con annesso obbligo a non chiudere la
campagna di mercato col segno “meno”. Da ciò la necessità di trasformare in acquisti definitivi i
vari Vitinha (il più oneroso), Messias, Mailinovskyi, De Winter, Thorsby e Bohinen. Una domanda
più che logica: basterà liberarsi di parecchia zavorra e aver ceduto Martinez o servirà immolare un
altro pezzo da novanta?
Gudumundsson, per la gioia e il sollievo di qualsiasi tifoso genoano, rischia di restare per mancanza
di offerte plausibili e bene fa ad escludere tassativamente una sua svendita. La Fiorentina resta
interessata, ma solo da Oltremanica potrebbe giungere una contropartita economica di rilievo. E al
Grifone garbano denari a profusione, non un cane, un gatto e due criceti in cambio.
Retegui in teoria è sul mercato, ma l'Europeo non ha accresciuto il suo valore. Gila, che è stato un
suo sontuoso pari ruolo, proverà a rilanciarlo, confidando in un'assenza di ricadute da infortuni.
La dirigenza ha escluso un addio di Frendrup, ed è notizia di estrema importanza: dove reperire un
altro mediano che recuperi un'infinità di palloni consentendo ai centrocampisti in là con gli anni di
correre un po' meno?
Ora di parla di un'avance interista per Vasquez, altro puntello dell'intelaiatura base. Forse il
messicano, rispetto ai compagni succitati, appare meno insostituibile, ma si tratta di una garanzia
assoluta, che Gila preferirebbe tenersi stretto.
E qui si torna al punto di partenza. E' davvero indispensabile privare il Genoa attuale di un pezzo da
novanta? E, in caso affermativo, dove reperire (specialmente in Italia) una controparte che accetti di
pagare totalmente o anche prevalentemente “cash”?
PIERLUIGI GAMBINO