Genoa, servono aggressività e dominio nelle due aree
Questo derby rossoblù è stuzzicante e apre il cuore alla speranza. A rigor di logica, l'elemento che più si deve paventare è l'inveterata abitudine del Genoa a vestirsi da crocerossina, pronta a soccorrere i malandati. Sì perché il Cagliari non sta scoppiando di salute, ad onta di una classifica e di un bottino (10 punti) che suscita invidia. I sardi erano stati la rivelazione del primo mese di campionato, con ben due vittorie ed un pari nelle iniziali quattro sfide. Poi si sono progressivamente sgonfiati e il bilancio delle sette esibizioni più recenti parla di tre pareggi e quattro sconfitte: media da retrocessione sparata.
Anche l'immagine personale di Fabio Pisacane sta uscendo lievemente appannata. Il mister napoletano si è dichiarato tifoso del Genoa, il club che – auspice un raid di Claudio Onofri nella zona di Napoli – lo pescò giovanissimo in coppia con Mimmo Criscito – e lo portò in Liguria, E proprio qui da noi quel ragazzo fu guarito da una malattia alquanto grave: ovvio che sia sorta in lui una profonda gratitudine, che però non gli può oscurare la voglia di rilanciarsi in classifica.
Sulla carta, si tratta di una gara adattissima alle caratteristiche di Frendrup e compagni, da sempre più efficaci in trasferta, quando possono affrontare una squadra che li attacca e concede loro spazi invitanti per agire in contrattacco. De Rossi punta ad accrescere aggressività e dominio del campo, in specie nelle due aree, ma il suo è un lavoro lungo, appena abbozzato, e più di tanto è difficile forzare le propensioni dei singoli giocatori,
In settimana il nuovo staff ha pure riservato parte delle sedute di allenamento al tiro in porta, annoso tallone d'Achille di una squadra povera di cinismo e anche di precisione. Malinosvky, al rientro da squalifica, è una sicurezza in materia, ma i suoi compagni debbono assolutamente raddrizzare la mira e sfruttare più frequentemente le opportunità offensive a disposizione.
In spregio ad un organico numericamente cospicuo, il trainer di Ostia – dopo aver completato l'iniziale scrematura - è costretto ad operare su un ristretto lotto di calciatori. Da qui una tendenza naturale a confermare assetto e uomini che dopo l'addio di Vieira si stanno comportando egregiamente. Il ritorno dell'ucraino potrebbe esaurire le modifiche legate alla formazione. D'altronde, con Otoa ancora convalescente (ma pronto a subentrare), restano solo tre difensori centrali, mentre a centrocampo, con la promozione ormai definitiva di Thorsby (trascurato dal precedente tecnico), l'intelaiatura dovrebbe ancora comprendere un mediano puro (Frendrup), un incursore (appunto il norvegese) ed una “mente” (Malinovskyi) che playmaker autentico non è ma può adattarsi nel ruolo. Sulle fasce gli stantuffi Norton-Cuffy (in condizioni smaglianti, sperando che la sosta non si riveli dannosa) e Martin assicurano sufficienti spinta e copertura.
In prima linea la tentazione è di riproporre il duo Vitinha-Colombo, confidando che l'ex rossonero, finalmente sbloccatosi, possa riprendere confidenza con il gol e che il suo partner sappia assecondarlo a dovere. Ekhator dovrebbe tornare disponibile per la panca: una soluzione in più.
In avanti, nonostante i quattro gol realizzati negli ultimi 180 minuti, non tutto funziona a meraviglia, sicché qualche riflessione in più è doverosa anche in tema di modulo. Il 3-4-1-2 o il 3-4-2-1, soluzioni alternative, potrebbero indurre a qualche variazione: da rivedere eventualmente l'avanzamento di Malinovskyi in rifinitura, il rilancio tra i titolari di Masini e l'utilizzo dietro all'unica punta di Grønbæk, apparso brillante nelle ultime sedute. Di sicuro mancherà nuovamente Messias, ma i tecnici genoani hanno capito di non dover fare più allenamento su di lui.
Partita abbordabile, vale ripeterlo, ma a patto di scongiurare svarioni tecnici (vero Marcandalli...?) e distrazioni difensive (Martin, attenzione). Dopo tutto, il Cagliari è una formazione dignitosa ma non scevra da difetti. Da annotare positivamente, comunque, l'abilità del portiere Caprile, ormai nel giro azzurro e conteso dalle due milanesi in prospettiva del mercato estivo. Di rilievo pure l'esperienza e la robustezza del centrale difensivo Mina e le discese di Palestra, rivelazione della Under 21 di Baldini: è l'emergente come terzino d'offesa. A centrocampo dirige il traffico il giovane Prati (ex azzurrino) e in avanti vanno controllati sia il fratello d'arte Sebastiano Esposito (ex doriano), sia il centravanti Borrelli, sostituto di Belotti, infortunato di lungo corso.
PIERLUIGI GAMBINO