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Genoa, vincere non è tassativo ma almeno ci si provi

di Redazione Genoa News 1893

Da Bologna a Bologna, con l'intermezzo lungo dell'estate e dei primi tre cimenti. Al Dall'Ara, verso fine maggio, il Grifo maramaldeggiò grazie a Vitinha e a Venturino (autore di una splendida doppietta), che pareva avessero lanciato un messaggio futuristico a mister Vieira. Adesso i due scaldano la panchina, speranzosi che il mister si ricordi di loro. Il virgulto è finito nel dimenticatoio, come se quella sua giornata di gloria fosse dipesa esclusivamente dal clima già vacanziero del confronto, mentre il più scafato portoghese ha sciupato i collaudi di precampionato, raggranellando più tardi qualche manciata di minuti, ma senza lasciare traccia.

Ad ascoltare la voce del popolo, il baby di Arenzano dovrebbe trovare subito posto, e non manca chi reclama maggiore attenzione anche per l'uomo più pagato nella gestione Ottolini. Vieira sta in effetti meditando di rinfrescare la prima linea, che a Como ha lasciato parecchio a desiderare, ma i due sunnominati rischiano ancora di fare tappezzeria. Non è da invidiare l'uomo di Dakar, che sta cercando col lanternino una prima punta decorosa.

Colombo ha già ottenuto chances a bizzeffe e in teoria è ancora in corsa per una riconferma, ma il suo titolarato è fortemente a rischio. Ekuban è andato a segno in riva al lago, ma da sempre incide maggiormente come subentrante: difficile, ma non impossibile,che venga impiegato dal primo minuto. Vieira, obbligato a sfogliare una margherita con parecchi petali appassiti, potrebbe così rivolgersi verso un altro prodotto del vivaio, il combattivo mobilissimo Ekhator, non ancora 19enne e già pilastro dell'Under 21 azzurra. Non è uno sfondatore, ma col suo movimento potrebbe eludere il controllo delle guardie scelte di mister Italiano.

Irrisolto il rebus del centravanti (nessuna soluzione in ballo entusiasma), il Grifone in edizione bolognese non si discosterà granché da quello di Como, anche se almeno una variazione sulla fascia è altamente prevedibile. Norton-Cuffy, che sta lievitando come una torta fragrante sino a diventare inamovibile, è sospeso tra terza linea e reparto avanzato, ma stavolta dovrebbe ripartire da dietro, con Carboni rilanciato nella zona abituale di esterno avanzato. A sinistra invece si profila la conferma di Ellertsson, chiamato non solo a sfruttare le sue lunghe leve come incursore ma anche a fornire un'adeguata protezione a Martin, che in copertura non è un titano e stavolta si troverà di fronte il pericolo pubblico Orsolini.

Nell'area centrale Masini e Frendrup non temono esclusioni, mentre è da decidere chi completerà il reparto e quale posizione andrà ad occupare. Il Genoa ha assoluto bisogno di un uomo d'ordine e, in mancanza di un regista puro, mister Patrick ancora affidarsi a Malinovskyi, pur con autonomia ridotta, proponendolo in staffetta con Stanciu, ormai ridimensionato come attaccante laterale. Ed ecco che l'abituale 4-2-3-1 potrebbe trasformarsi, in certe fasi di gioco, in un 4-3-3. Quanto al match, cancelliamo dalla memoria il confronto di maggio.

Stavolta i petroniani giocheranno con ben altro animus pugnandi, essendo attardati in graduatoria dopo le sconfitte in casa di Roma e Milan intervallate dal successo casalingo sul Como. Non va trascurato che gli emiliani, dovendo esordire giovedì prossimo in Europa League (nella tana del temibile Aston Villa), potrebbero essere oggetto di un parziale turn-over, anche favorito dalla folta e competitiva panchina a disposizione di Italiano. Il Bologna appare lievemente indebolito rispetto allo scorso anno, ma l'ossatura è rimasta intatta. La gara di San Siro, rimasta in bilico grazie al supporto dei legni (ben quattro volte colpiti dai rossoneri) e di un arbitro compiacente (il centrale difensivo Lucumi doveva essere espulso e saltare così la sfida col Grifo), ha dimostrato che il motore dei felsinei non gira ancora a pieno regime.

Intendiamoci, la caratura complessiva (cosiccome l'ambizione stagionale) è superiore a quella genoana, ma non mancano i punti deboli, a partire da una limitata fisicità. Oltre ad Orsolini (da temere soprattutto nelle sue conclusioni ad effetto), sarà d'uopo controllare il centravanti Castro (un Lautaro con minore talento) e limitare la discreta qualità dei trequartisti Odgaard e Rowe. Di rilievo, poi, duttilità delle mezze ali Ferguson e Freuler. Simile al Como, spicca la tendenza al fraseggio, tipica di Italiano, con una continua alternanza tra il gioco sulla fascia e per vie interne, ma il Genoa non trema, avendo la rara prerogativa di saper sporcare le trame avversarie con un pressing asfissiante. Dovrà però accrescere la pericolosità delle proprie ripartenze, affacciarsi maggiormente in zona tiro e, possibilmente, spaccare lo 0-0 iniziale prima di venire buggerato. Non è obbligatorio, in una trasfert che resta comunque delicata, spezzare il tabù stagionale in fatto di vittorie, ma occorrerà almeno provarci, quali che siano gli interpreti.

PIERLUIGI GAMBINO