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Il Lecce è la squadra rivelazione ma il Grifo ha i mezzi per fermarla

di Pierluigi Gambino

Tradizione e ambizione indicano il Lecce come la prima vera provinciale sul cammino del Genoa in quest'avventura nell'Olimpo, ma certe etichette a volte sono ingenerose e fuorvianti. I giallorossi salentini, quatti quatti, occupano in solitudine la quarta poltrona della graduatoria e conservano un pregevole, inatteso “zero” in media inglese. Imbattuti, rappresentano senza dubbio l'autentica rivelazione della serie A e non intendono rallentare il ritmo.

Giocare contro i pugliesi tra un mesetto potrebbe magari essere agevole, ma non al momento attuale. Lo stadio di Via del Mare sarà disseminato di trappole per il Grifo, atteso comunque ad un esame probante delle proprie potenzialità.

La gara col Napoli ha lasciato in eredità più orgoglio che rimpianti e invita a procedere sulla strada intrapresa senza rivoluzioni di sorta. Anche il Lecce si presenta col 4-3-3, pur senza vantare le individualità del Ciuccio: ovvio sarà fronteggiarla adottando esigue modifiche.

In teoria, Gilardino potrebbe semplicemente sostituire sulla fascia sinistra Martin – sufficiente ma non esaltante nell'ultima gara – con Vasquez che – smaltito il fuso orario legato al suo ritorno dal Sudamerica – è pronto a garantire superiore agilità e copertura al cospetto del funambolo Almqvist. Per il resto, solo conferme, compreso quel Sabelli sul versante destro del centrocampo, a tener caldo il posto a Messias, prossimo al debutto in rossoblù ma non ancora al top.

L'atteggiamento dovrà essere quello di sabato scorso: concentrazione, coraggio, capacità di  ribaltare l'azione in un amen e di scongiurare l'isolamento di Retegui e Gudmundsson. Obiettivo alla portata, con tutto il rispetto di un avversario che ha brillato per il dinamismo, l'intensità e la fantasia profuse nelle prime uscite stagionali.

Ed è pensabile che all'undici di D'Aversa venga lasciata l'iniziativa, evitando però che si trasformi in un monologo. Dunque, Genoa equilibrato ma non rinunciatario e pronto a ribaltare l'azione in un amen per mettere a nudo le presunte problematiche nell'assetto difensivo leccese.

Sì perchè tra i locali potrebbe avvertirsi l'assenza per squalifica di capitan Baschirotto, non solo il coibente del reparto arretrato ma anche un pericolo pubblico per i portieri avversari con le sue tremende capocciate su calcio fermo.

Altro assente di rilievo nelle file giallorossi, il coloured Banda, inquilino fisso della zona mancina d'attacco, ma non mancano in questo caso le alternative: il fresco acquisto Sansone e quello Strefezza che per anni ha fatto la fortuna di Coda con i suoi assist. Un brutto cliente al pari del sunnominato Almqvist e del centravanti montenegrino Krstovic, già tre gol all'attivo.

Se però confrontiamo le due squadre a livello individuale, non possiamo che preferire il Genoa, inferiore soltanto sul piano della vivacità e della corsa. Su questo fronte sarebbe importante che l'asse Strootman-Badelj reggesse per almeno due terzi di partita e che, in caso di stanchezza conclamata di uno o di entrambi, Gila azzeccasse i sostituti puntando in primis su Kutlu. E' in quella zona di campo che potrebbe decidersi il match.

Mai come stavolta l'asse del pronostico appare in equilibrio, ma il Genoa ha parecchie carte da calare. E guai a disprezzare l'eventuale quinto punto in cinque partite: anche considerando che a breve giro di posta le antagoniste saranno Roma e Milan. Ci sarà sempre tempo, in confronti meno proibitivi, di guadagnare posizioni in classifica.

                                         PIERLUIGI GAMBINO