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L'arbitro di pallanuoto Alessia Ferrari ospite del Museo del Genoa

di Franco Avanzini

Gradita ospite al Museo del Genoa dopo gli impegni di Fukuoka dove si sono svolti i Mondiali di Nuoto è stata Alessia Ferrari, arbitro di pallanuoto impegnata nel dirigere la finale femminile che ha fatto seguito alla gara conclusiva arbitrata a Spalato e valevole per il Campionato Europeo femminile. Emozionata, interessata a tutto quello che il Museo propone con la sua storia non solo del Genoa ma in pratica anche di quel calcio nato grazie proprio ai colori rossoblu. 

Ma perché arbitro di pallanuoto? "Giocavo a pallanuoto poi ho deciso di fare l'arbitro, avrei voluto allenare i bambini ma si allenavano in orari in cui non potevo staccare dall'Università così ho risposto ad un annuncio ed è andata bene perchè da qui è iniziato il cammino che mi ha portata sino ad arrivare alla finale Mondiale. Fare l'arbitro di pallanuoto equivale a dover fare tanti allenamenti, tante partite ed occorre sapere imparare ad ascoltare tutti dai tecnici ai giocatori stessi e poi magari avere anche un piccolo colpo di fortuna con l'Italia che non è arrivata all'ultima partita. La finale Olanda-Spagna è stata sicuramente più tranquilla, me la sono goduta maggiormente rispetto a quella europea tra Spagna e Grecia".

Alessio non poteva esimersi da dare un suo parere sul Genoa: "Mi aspetto una salvezza tranquilla e mi piacerebbe vederli giocare bene". Analizzi l'arbitro di calcio? "Assolutamente no perché le vedo principalmente in tv". Più difficile arbitrare la pallanuoto o il calcio? "Gli arbitri di calcio hanno qualche secondo in più per fischiare ed hanno il Var che noi in Italia non abbiamo. Nella pallanuoto abbiamo una frazione di secondo per fischiare. E' chiaro non si può vedere tutto, un po' come accade nel calcio".

Ci sono le polemiche sugli arbitri nella Pallanuoto? "Ce ne sono anche nella pallanuoto anche perché quando le cose non vanno benissimo la colpa è sempre dell'arbitro".