Squadra inguardabile e rassegnata, urge una scossa
Il Genoa affonda senza neppure l’onore delle armi. Una Cremonese appena passabile espugna il Ferraris con una disinvoltura disarmante, quasi senza sudare non trovando alcuna opposizione in un avversario sfilacciato, impotente, tecnicamente sprovveduto e labile psicologicmente, Il primo tempo sciorinato da Malinovskyi e compagni è stato forse il peggiore da decenni, naturalmente a livello di serie A, ma anche la ripresa è stata ampiamente insufficiente. La gara contro i grigiorossi ha prodotto più di una conferma: rossoblù mai vittoriosi in campionato e mai a segno a Marassi. Ma al di là dei dati numerici, la squadra ha dimostrato senza tema di equivoco di essere la meno fornita delle venti di serie A, e non solo per mancanza di risultati.
Mister Vieira è ovviamente sulla graticola e forse si sentirà tradito dai suoi ragazzi, ma la sensazione è che i suoi costanti cambi di formazione abbiamo immerso nel caos più completo i giocatori, compresi i punti di forza dello scorso anno, davvero irriconoscibili. Supera i confini dell’assurdo l’esclusione di Thorsby, che a Torino aveva segnato l’unica rete genoana apparendo tra i migliori in campo.
La dirigenza è obbligata a vagliare attentamente la posizione del tecnico francese, che se dovesse rimanere al proprio posto, dovrebbe ringraziare il calendario, che gli assegna un altro impegno ufficiale solo dopo cinque giorni, lunedì sera in casa del Sassuolo
E’ stata una gara ad handicap, con i grigiorossi del doppio ex Nicola a bersaglio dopo neppure quattro minuti. Giustiziere implacabile Bonazzoli, che dopo la rovesciata vincente a San Siro col Milan ripete identica prodezza sotto la Sud marassina. Dura quasi quattro minuti la revisione al var dell’azione, ma non si scorge chiaramente alcuna scorrettezza da parte dell’ex doriano.
Colpito a freddo, il Genoa non riesce a riodinare le idee, in preda ad una totale confusione. Ciascun giocatore procede per conto proprio sbagliando anche i passaggi elementari e di uno straccio di trama non si può parlare. Il festival dell’approssimazione, come se i calciatori rossoblù non avessero mai svolto un solo allenamento insieme. Nessuno si salva dal grigiore, anche se Malinovskyi, almeno per l’impegno, si staglia sui compagni, denunciando però una carenza esasperante di ritmo. Indisponente la prestazione dell’atteso Cornet, schierato a sinistra con la protezione di Martin, ma non incide neppure Carboni, rilanciato sull’out di destra, con Norton-Cuffy alle spalle. Stavolta, con Frendurp lasciato a sorpresa in panca, affonda anche Masini, autore di una prova davvero sottotraccia. Sino all’intervallo, nessuna parata del fischiatissimo portiere ex doriano Audero, che nel finale viene salvato dalla barriera su punizione di Martin.
Neppure di fronte a questo scempio Vieira cambia uomini nell’intervallo e al 4′ della ripresa veiene nuovamente punito. Altro gol, l’ennesimo stagionale, incassato da corner: batte Vandeputte e Bonazzoli, all’altezza del primo palo, devia secco in porta. Il portiere Leali prova a snacciare lontano la sfera, che però ha già superato la linea fatale.
Il clima si fa incandescente, il pubblico inizia a manifestare il proprio malcontento e Vieira, in totale confusione, opera i primi cambi solo al 53′: fuori Ekhator e Cornet, nulli dal principio alla fine, e dentro Ekuban e Vitinha. Il canovaccio però non cambia: gli ospiti controllano agevolmente il match e il Genoa prosegue nel suo “non gioco” davvero esaperante. La sola nota di cronaca si riferisce ad un gol annullato a Vitinha, che era in fuorigioco: anche stavolta infinito consulto tra arbitro e Var.
Entrano anche Colombo e Frendrup, ma si tratta di scelte disperate, più che altro per smuovere le acque. Dal grigiore generale si solleva unicamente Norton-Cuffy, l’unico in grado di forzare la manovra con qualche iniziativa personale, partendo dalla fascia destra, ma nessuno dei compagni lo asseconda minimamente. La crescita del Grifo è pochissima cosa e si riflette in una conclusione alta di Ekuban in qualche tantativo da sinistra di Vitinha.
A tener desta l’attenzione, la bravata di qualche ospite della Nord, che verso l’80’ inizia a lanciare in campo fumogeni, imitato da qualche collega di tifo appostato nella Sud. L’arbitro interrompe per tre minuti e le sue annotazioni condurranno a qualche provedimento nei confronti della società.
Il finale di match registrerà solo una conclusione a colpo sicuro di Frendrup, che da centro area invece di mirare nell’angolino permette ad Audero di guadagnarsi la pagnotta con un mezzo miracolo. Così il sortilegio del Ferraris prende ulteriore forza, anche se il golletto della staffa non avrebbe cambiato una realtà più che allarmante. A questo punto occorre un cambio di timoniere, ma chissà che basti questa mossa – da attuare, se non immediatamente, subito dopo il viaggio a Reggio Emilia – sia sufficiente per rianimare un gruppo male assortito, raccogliticcio e ormai in preda allo scoramento.
PIERLUIGI GAMBINO