Genoa: a Verona bastano due zampate per ribaltare una partita opaca
Lo hanno detto un po’ tutti: la partita contro l’Hellas non è da ricordare negli annali, ma sicuramente testimonia quanto il lavoro fatto dalla dirigenza abbia potuto creare una squadra solida e che ha delle individualità rilevanti.
Gilardino deve ringraziare i suoi alla fine, dopo che nel primo tempo – diciamo fine al 44° - se li sarebbe mangiati vivi. Poi arriva un pareggio ben costruito ma arrivato alla fine con un colpo fortunoso. Basti vedere la smorfia di Ekuban al gol. Da applaudire un ragazzo che sicuramente è limpido e non nasconde felicità e sorpresa per i suoi gol pesanti.
Il tecnico del Verona è rimasto deluso anche perché il pareggio non si è concretizzato per reali 5 centimetri di ginocchio e punta del piede al di là della testa del difensore rossoblù per un fuorigioco da computer.
Il mini ciclo di quattro partite doveva portare sei punti, si era detto. Ora dopo una partita ne mancano tre, da fare comunque al più presto.
Ma – bisogna dirlo – ci vuole solidità per poter dormire sonni tranquilli. Perché oggi non è stato il miglior Genoa. È bastato per vincere, bene, ma almeno ci vorrebbe una prestazione più concreta.