Genoa: la coperta oggi era corta, le idee scarse
Bisogna subito sottolineare che il pareggio di oggi tiene a debita distanza la linea salvezza, diminuendo di un turno le gare a disposizione delle rivali per fare punti. Quindi alla fin fine il sanato di Pasqua lo si può prendere con positività.
Però, di però ce ne sono, bisogna fare una riflessione in chiave di crescita. Il Genoa ha goduto una settimana magica con i suo uomini impegnati su tanti fronti nazionali e un bottino di gol e di buone prestazioni da far sorridere anche i più pessimisti. Però – eccoci – non si può vivere sugli allori di quel che fanno i giocatori in nazionale, è necessario fare punti con la casacca a quarti rossoblù.
La coperta come si legge dal titolo era corta perché avere in attacco due elementi fuori non è certo un buon viatico per affrontare una partita nella quale si dovrebbe manovrare e cercare di vincere. Le assenze pesano, non sono alibi, ma bisogna ragionarci anche in chiave di Verona. Mancherà certamente Retegui entrato in squalifica e con una caviglia malconcia. Si spera in un recupero di Ekuban e Vitinha perché davanti l’islandese magico non può essere anche miracoloso. Ankeye sembra ancora acerbo e necessita di lavoro per trovare i meccanismi giusti con i compagni. Non parliamo poi di Malinovskyi che sembrava poter dare una diversa inerzia alla partita ma si è fermato sul più bello.
La coperta corta è figlia di una squadra che non è stata concepita per giocare più delle sue canoniche partite di campionato. La panchina è nettamente migliorata rispetto alla scorsa stagione ma ci vuole ancora un po’ per renderla di reale supporto al mister. Su questo si deve lavorare perché negli ultimi trent’anni almeno non c’è mai stata una squadra (almeno il Genoa) che avesse una formazione da snocciolare come una preghiera. Chi ha i capelli bianchi si ricorderà: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Caricola, Signorini… e poi andate avanti voi che lo so che la sapete.
Ora il calcio è cambiato e servono i “panchinari” che diventano semi titolari. Oggi il Genoa aveva fondamentalmente solo Malinovskyi in questo ruolo e lo ha perso dopo 15 minuti.
Quando la squadra non gira è ovvio che rimanga l’amaro in bocca ma fa parte dei momenti nei quali è necessario mettere le basi per il futuro. Qualche ragazzo deve crescere e queste ultime partite di campionato possono essere anche utili per testarli o per farli crescere. Ora più che mai è necessario capire tra tre mesi cosa si farà, su chi si può far affidamento, chi si deve sacrificare, chi vale questo Genoa.
Una nuova sfida per il mister che se vuole crescere deve pensare seriamente a rimanere ancora qui, in una piazza che ha saputo conquistare e che lo so proteggere e gli consente di guardare avanti. Si veda Motta la Bologna: dopo un anno fantastico (quello scorso) è riuscito a superarsi e ora tutti lo vogliono. Questo è scommettere su sé stessi e sul progetto che si sta costruendo con una società.
Inizia aprile adesso, il Genoa deve porre le basi per il 2024/2025. Frosinone ha insegnato che la panchina è importante, anche dopo una settimana esaltante in nazionale.