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The Day After, cambi infruttuosi, sconfitta che fa male

di Franco Avanzini

C'è sconfitta e sconfitta. Si può perdere malamente, meritatamente subendo l'avversario costantemente. Oppure può arrivare una battuta d'arresto non del tutto meritata, giunta dopo una gara in cui una squadra, quella confitta, ha lottato per oltre 45 minuti calando per via di cambi che ben poco hanno fatto per frenare gli avversari. Il Genoa esce dal Maradona con le pive nel sacco dopo una prestazione nella quale ha lottato, è stato squadra e per un tempo ha messo in scacco gli avversari.

Poi sono arrivati però i cambi: Thorsby, Ekuban, Carboni e Colombo sono entrati, erano freschi ma non hanno aiutato la squadra a mantenere i ritmi della prima frazione e soprattutto quella pressione sugli avversari che avevano costretto a Di Lorenzo e soci di rincorrere il risultato non trovando quasi mai situazioni positive per poter segnare. I quattro elementi entrati nel corso della ripresa hanno prevalentemente passeggiato in campo. Come sempre troppo lezioso Carboni che non ha affatto acceso la sua genialità. Thorsby è apparso poco lucido, ha cercato di frenare senza riuscirvi gli avversari. Ekuban e Colombo hanno fatto a chi faceva meno non riuscendo mai a liberarsi dell'avversario diretto e di fatto non diventando i primi difensori della squadra.

C'è poi un problema che non va assolutamente dimenticato: i centrali del Genoa vengono sempre ammoniti. Tolto Vasquez, gli altri hanno preso quattro gialli in altrettante gare Østigard, un giallo a testa Marcandalli ed Otoa in mezza gara ciascuno. Se vogliamo paragonare i tre ad un precedente centrale come Dragusin, il confronto è impietoso. Il rumeno raramente prendeva il giallo e mai è stato squalificato. Le ammonizioni, sommandosi, portano poi velocemente a squalifiche ed il Grifone non può permettersi di perdere giocatori per strada.

Il tecnico Vieira ed i cambi non vanno molto d'accordo. Se si eccettua qualche raro giusto accorgimento, spesso i subentrati non hanno prodotto quanto sperato. A Gennaio occorrerà intervenire anche in tal senso. Magari giocatori di esperienza per togliersi da una situazione che al momento preoccupa ma che ancora non è del tutto allarmante. L'ultimo posto, con il Pisa, non è bello a vedersi. Certo le avversarie sono state, la maggior parte, di primo pelo. Juventus, Bologna, Lazio e ieri il Napoli hanno comunque dimostrato una cosa: eccetto che contro i romani, il Genoa può dar fastidio a tutte. Poi è chiaro che il risultato viene determinato da altri fattori: una traversa colpita sullo 0 a 1, un rigore molto dubbio assegnato nel recupero oppure giocatori subentrati nella squadra avversaria che sono in pratica top player.

Ora la sosta: servirà, si dice sempre, per lavorare, leccarsi le ferite e ripartire. Quattro gare, le prossime, da non sbagliare: Parma, Torino, Cremonese e Sassuolo. Almeno due vittorie saranno un obbligo per la formazione rossoblu per risollevare il morale e mettere fieno in una cascina momentaneamente desolatamente quasi vuota.