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The Day After, due reti regalate ma anche una ripresa positiva

di Franco Avanzini

Due volti diversi a Firenze per il Genoa, uno brutto, l'altro bello. Il fatto è che uscire dal Franchi con l'amaro in bocca per aver di fatto "regalato" le due reti non è sensazione positiva.  L'approccio alla partita è stato pessimo. La Fiorentina attaccava a testa bassa e cercava di assaltare qualsiasi possessore di palla. Così l'apnea mandava in tilt il cervello del Grifone. Dopo soli quattro minuti Mandragora e Kean confezionavano il vantaggio. Il primo ad occhi chiusi serviva un cioccolatino al centravanti che con una magia batteva Leali. Il problema è che il duo Masini-De Winter non si capivano lasciando completamente libero l'ex juventino.

Ancora peggio il secondo gol perché di fatto l'azione parte da un genoano, Miretti, che sbaglia il passaggio a Masini permettendo alla Viola di ribaltare l'azione portando Gudmundsson a tirare e, complice la deviazione di Vasquez, trovare il raddoppio per la sua squadra. Che avesse sbagliato Miretti lo aveva capito benissimo se è vero che subito dopo ha iniziato a cercare la conclusione ed a lottare contro ogni avversario, Dodo soprattutto, quasi a volersi scusare coi suoi tifosi per l'errore commesso.

Sullo 0 a 2 si è temuto in crollo ed invece il Genoa ha rialzato la testa disputando poi una ripresa a tutto tondo. Da dire che, prima del doppio fischio arbitrale, Cornet si era mangiato un gol fatto a tu per tu con De Gea. Un errore grave per un attaccante perché quel gol, se fatto, avrebbe permesso al Grifone di poter segnare solo una rete per portare a casa un risultato positivo. Il francese è apparso un corpo estraneo alla squadra, forse è stato un errore mandarlo subito in campo. Gosens, suo avversario diretto sulla fascia, se lo mangiava facilmente anticipandolo sistematicamente e non permettendogli di ragionare palla al piede. Ovvio il cambio con Vitinha all'inizio della ripresa.

Secondo tempo molto diverso con il Genoa all'assalto e la Viola sulla difensiva salvo rare azioni di disimpegno. Così si metteva in evidenza Aaron Martin autore di costanti discese sulla sinistra e cross sempre precisi. Su uno di questi De Winter di testa beffava il portiere avversario. Gol che giungeva nemmeno troppo in ritardo. Insomma il tempo per segnarne un altro c'era tutto. Lo stesso difensore ci riprovava ma questa volta l'estremo difensore era attento. E qui però si evidenziavano i problemi di questa squadra.

L'attacco non punge. Grifone che ha chiuso la gara con Pinamonti, Ekhator, Ekuban, Vitinha e Messias in campo tutti assieme appassionatamente. Ma quanti tiri in porta hanno effettuato? Praticamente zero. E non perché di palloni ne siano arrivati a centro area. Con un Martin così la palla stazionava spesso dalle parti di De Gea ma per l'incapacità degli avanti genoani a bloccare qualche pallone cercando la porta avversaria. I numeri dicono che Pinamonti non segna da Genoa-Napoli del 22 dicembre scorsoEkuban un gol ad Empoli, Ekhator il suo segnato a Bergamo, poi Vitinha ancora a secco Messias tornato da poco che una rete aveva segnato all'esordio della stagione contro l'Inter. Cinque reti nelle ultime cinque gare, tre dai difensori e due dai centrocampisti (Frendrup e Masini).

Ancora una trasferta attende il Genoa la prossima partita, a Torino in casa granata. Rossoblu che dovranno ripercorrere la strada della ripresa per portare a casa un risultato positivo approcciando al meglio la gara per non rischiare brutte sorprese.