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The Day After, il cuore spezzato di un intero popolo al 94esimo

di Franco Avanzini

Il cuore del Genoa ha retto sino a quel minuto numero 94 poi un'incornata di Hien ha spezzato l'equilibrio regalando un successo insperato all'Atalanta. Una vittoria, quella della Dea, immeritata per come si è concretizzata e per come ha giocato tutta la partita. Lo ha riconosciuto lo stesso allenatore avversario Palladino che la Dea poteva anche perdere. In due circostanze i rossoblu sono andati vicinissimi alla rete: con Vitinha che non ha centrato il bersaglio grosso da pochi metri mandando la sfera contro l'esterno del palo alla destra di Carnesecchi e con Colombo sul quale l'estremo difensore dei lombardi ha compiuto un balzo felino.

La gara è stata chiaramente condizionata dall'espulsione del portiere genoano Leali dopo appena tre minuti (un record negativo un "rosso" per un portiere a pochi giri di lancetta dal fischio d'avvio). La domanda che molti si ponevano era: meglio rischiare di prendere lo 0 a 1 subito oppure intervenire come ha fatto Leali? Probabilmente entrambe le risposte sarebbero giustificabili. Prendere il possibile 0 a 1 significava, come contro l'Inter, dover cambiare fin da subito i piani con i quali si era iniziata la gara rischiando così di prendere anche il raddoppio. Intervenire come ha deciso di fare Leali sicuramente ha costretto il Genoa a giocare in dieci per tutta la partita. Alla fine però questa ultima decisione in questo caso ha portato il Grifone per 91 minuti (dal 3' momento dell'espulsione al 94esimo minuto del gol di Hien) a rimanere sul nulla di fatto.

Spirito di abnegazione, compattezza, voglia di mordere le caviglie agli avversari e raddoppi sui portatori di palla della Dea hanno tenuto in bilico la gara sino a quell'inzuccata del difensore risultata decisiva. Quello che probabilmente molti non si aspettavano era che ad uscire non fosse, come spesso accade, un attaccante bensì Martin, un esterno. A quel punto ecco che Ellertsson si faceva tutta la fascia e la squadra poteva mantenere sempre lo stesso assetto iniziale. Tanto più che Vitinha si trasformava in uomo ovunque, difensore, centrocampista ed attaccante andando a colmare le lacune causate dall'uomo in meno.

Ed anzi, a ben vedere, le vere occasioni le aveva appunto il Genoa perché la Dea teneva palla ma alla fin fine non tirava moltissimo. Se non ci ricordiamo male leggiamo sul taccuino un diagonale nel primo tempo ed un tiro da fuori di Smardzic, conclusioni entrambe nello specchio di porta. Poi alcuni tentativi spesso da fuori area che non centravano il bersaglio grosso.

Sommariva: fare il terzo portiere non è semplice. Raramente, molto raramente, si viene chiamati in causa. Spesso avviene come contentino all'ultima gara di campionato. Poi resta un campionato a scaldare la panchina. Il portiere genovese è entrato in campo parando anche alcune conclusioni e cadendo su un corner. Letto male? Uscita sbagliata? Tutto può starci ma va anche ricordato come i giocatori davanti a lui, nell'area piccola di porta, fossero davvero tanti. Non una scusante ma sicuramente un modo per interpretare la sua uscita non propriamente perfetta. Peccato perché sino a quel momento era stato praticamente perfetto. Ma come sempre va ricordato che: difensori, centrocampisti ed attaccanti possono sbagliare che può anche non succedere nulla ma se sbaglia un portiere sono guai perché dietro di lui nessuno può aiutarlo.

Prossima gara a Roma, in casa di De Rossi. Gara speciale per lui, assolutamente speciale perché torna a casa e vorrà far vedere quanto sia migliorato da allenatore. Da una parte lui e dall'altra Gasperini, uno che il Genoa e il suo popolo sa cosa siano. Sarà una bella gara. La Lupa è ovviamente favorita ma il Genoa potrebbe anche farle un bel scherzetto. Mancherà ovviamente Leali, potrebbe tornare Østigård ieri in panchina anche se Otoa si è comportato, al pari di Marcandalli e Vasquez veramente bene. Vedremo cosa farà mister De Rossi per frenare la sua ex squadra.