The Day After, qualche risposta la sconfitta di Frosinone l'ha data
Per la prima volta il Genoa allenato da mister Gilardino ha preso tre reti. Non era mai capitato. E dopo lo 0 a 2 di Parma di qualche mese fa ecco che è giunta la seconda sconfitta con il tecnico ex Campione del Mondo sulla panchina della squadra più Antica d'Italia. Una battuta d'arresto indolore assolutamente visto che la Serie A era stata conquistata la settimana prima contro l'Ascoli al Ferraris.
Resta l'amarezza per una gara che non stava andando male dopo la super rete di Milan Badelj. Il Genoa pareva in controllo dell'incontro; fermo dietro; attento in mezzo al campo e non pericoloso davanti ma certamente propenso a dar fastidio ai primi portatori di palla avversari. Peccato che più o meno a metà tempo Bani commettesse un intervento al limite dell'area su Borrelli. L'arbitro non interveniva ma veniva richiamato dal Var che lo "consigliava" di mostrare al genoano il cartellino rosso (ma probabilmente il giallo sarebbe stato il cartellino più equo).
Oltre alla mazzata dell'uomo in meno arrivava pure la beffa perché Mazzittelli quella punizione la trasformava nella rete del pareggio. Il Genoa cercava di resistere proponendosi in avanti ma proprio nella zona avanzata le problematiche non mancavano. Ekuban non riusciva a rendersi pericoloso e Salcedo appariva troppo leggero contro gli avversari tanto che doveva girare al largo dell'area di rigore frusinate entrandovi in rare circostanze.
Un altro elemento apparso giù di tono è stato Hefti. Dal suo lato il Frosinone ha trovato campo aperto, da li è nata la rete del sorpasso e da li nella ripresa quella del tris locale. Lentezza di movimenti e di idee da parte dello svizzero che prima non ha chiuso a dovere e poi si è fatto saltare troppo facilmente, senza praticamente opporre resistenza.
Dalla parte loro, di Ekuban, Salcedo ed Hefti, la scusante di non aver giocato con continuità e, soprattutto per il primo, di esser rientrato da poco dopo un lungo infortunio. Poi c'è il discorso inerente ad Aramu, pure lui ha giocato poco, mancava di continuità e infatti non è riuscito ad accendere il gioco genoano. Probabilmente proprio lui è stata la delusione più grande di una positivissima annata. Doveva regalare perle di calcio ma quasi mai è riuscito a mettersi in moto.
La chiusura sarà al Ferraris contro il Bari. Sarà l'ennesima festa, uno stadio colmo all'inverosimile con tifosi che vorranno effettuare il bis dei festeggiamenti del dopo Ascoli. Oltre 33 mila spettatori assisteranno alla chiusura del torneo, di un campionato che è stato denominato giustamente "Only One Year". Solo un anno di Purgatorio era stato promesso e così è stato. Ma adesso per la dirigenza genoana arriverà il lavoro più arduo, costruire una squadra che sappia lottare, combattere e togliersi qualche soddisfazione nel amssimo campionato di calcio.