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The Day After: si respira meglio ma il peggio non è passato

di Franco Avanzini

Il punto di Milano, sponda rossonera, non viene buttato via da nessuno. Il Genoa spesso ha lasciato le penne nelle stagioni precedenti in casa del Diavolo ma questa volta c'è, non da leccarsi le ferite ma da pensare a quanto accaduto in campo. Per oltre un'ora il Grifone si è trovato con la superiorità numerica dopo l'espulsione di Bonucci e gli Juric boys non sono riusciti ad approfittarne.

Addirittura è parso quasi che in dieci fosse il Genoa e non il Milan. Juric alla fine lo ha confermato in conferenza stampa dicendo come la sua formazione abbia sbagliato troppo. Aggiungiamo noi soprattutto in mezzo al campo dove Veloso e Rigoni soprattutto sono stati attaccati e spesso sovrastati dagli avversari. Timidezza che ha portato il Grifone a non riuscire a approfittare della stanchezza (evidente verso la fine della gara) degli avversari.

Detto della timidezza in fase di impostazione; occorre fare un plauso alla difesa genoana che ha bloccato ogni avversario che giungesse dalle sue parti. Kalinic è apparso nullo, stretto tra Rossettini e Zukanovic; lo stesso Suso non è riuscito a fare il suo normale gioco di rientrare palla al piede e concludere verso la porta con un tiro a giro. E, per una squadra che ha come obiettivo la salvezza, avere una retroguardia precisa e quasi insuperabile diventa di vitale importanza.

A questo punto occorrerà trovare l'attacco e le reti soprattutto di un Lapadula che ha dimostrato di non essere ancora al massimo della forma ma che è certamente un giocatore di grande valore ma anche quelle dei centrocampisti (Bertolacci e Rigoni soprattutto ma pure Taarabt) per poter vivere il futuro in maniera più tranquilla.

Mercoledì sera arriverà la capolista Napoli al Ferraris. Sarà una festa sugli spalti, in campo il risultato appare scontato. Gli azzurri giocano un gran calcio e sinora hanno sempre vinto, escludendo la sfida interna contro l'Inter di sabato. Il Genoa dovrà mettere grinta in campo cercando di limitare al massimo il trio delle meraviglie formato da Insigne, Mertens e Callejon. Non sarà facile ma provarci almeno appare un obbligo.