The Day After, squadra in discesa continua, occorre un cambio di rotta
Al peggio non c'è mai fine. Il Genoa si scioglie nella ripresa, regala il rigore alla Juventus e poi sparisce dal campo. Neppure un tentativo verso la porta di Perin che deve sporcarsi i guanti solo verso la chiusura della partita su Pinamonti. Troppo, troppo poco. È mancata completamente la reazione dopo lo 0 a 1. Un Grifone che si è consegnato agli avversari. La strada per la salvezza è davvero dura ed irta di insidie.
La Juventus è stata controllata bene nel primo tempo poi ha ringraziato per il regalo ricevuto da De Winter ed è volata via sulle ali dell'entusiasmo. Ad un certo punto sembrava quasi facesse torello contro i malcapitati rossoblu. Genoani che correvano girando a vuoto mentre i bianconeri si divertivano lanciando i giocatori di fascia e entrando nella difesa di casa come una lama di un coltello nel burro.
Vedere in campo un 2008 e poi un 2005 è stata la palese dimostrazione di come la panchina non offra alternative. Martin non ha giocato neppure un minuto ed anche questo è apparso un segnale non certamente positivo. Ahanor ha fatto quello che ha potuto contro Nico Gonzalez e Kassa entrato a fine gara ha provato in qualche modo a vivacizzare l'attacco.
Che dire della difesa e di Vitinha. La retroguardia rossoblu non è più la stessa dello scorso anno, non negli uomini ma nel fatto che tutti stanno tirando la carretta senza grandi alternative. De Winter non è stato ammonito (caso unico) ma ha regalato il rigore del vantaggio alla Juve. Poi è andato in confusione sbagliando parecchio. Il belga non sembra molto sereno, Bani avrebbe bisogno di riposare e lo ha dimostrato Vlahovic che lo ha buggerato sul raddoppio. Da Matturro, come da Bohinen, il tecnico Gilardino si aspetta di più. La crescita del difensore va a rilento, il centrocampista ha fatto rimpiangere l'infortunato Badelj.
Discorso a parte riguarda Vitinha. Il portoghese sta deludendo le attese. Pagato parecchio non sta fornendo prestazioni positive, spesso si nasconde, viene sistematicamente bloccato e basta poco per mandarlo per terra. Il giocatore sembra quasi che si sia consegnato al fato negativo e non stia facendo nulla per cambiare il corso degli eventi. Occorre una svegliata se non vorrà presto finire in panchina.
Lo stadio vuoto evidentemente è pesato parecchio ma non può essere una scusante. I problemi sono a monte, partendo dalla dirigenza che ha parlato talvolta a vanvera dando illusioni inutili ai tifosi e non sostituendo Gudmundsson, l'unico giocatore che l'hanno scorso teneva impegnati due avversari e con il suo genio creava sempre pericoli agli avversari. Chi lo ha sostituito? Nessuno, nonostante le promesse fatte.
È stata una settimana clamorosamente negativa. Tre gare e tre sconfitte (quella in mezzo si rigori ma sempre contro una squadra di serie B) occorre cambiare strada ma la prossima trasferta appare più che dura. A Bergamo contro l'ex Gasperini (che in pratica vince sempre contro il Grifone) e contro il fresco ex Retegui. Gara da uno fisso ma il Genoa dovrà cercare di mettere cuore e grinta in campo. Recuperi? Messias e Badelj verranno monitorati giorno dopo giorno. Perdere anche il regista sarebbe davvero grave con una rosa che più ridotta all'osso non si può.