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The Day After, squadra in discesa continua, occorre un cambio di rotta

di Franco Avanzini

Al peggio non c'è mai fine. Il Genoa si scioglie nella ripresa, regala il rigore alla Juventus e poi sparisce dal campo. Neppure un tentativo verso la porta di Perin che deve sporcarsi i guanti solo verso la chiusura della partita su Pinamonti. Troppo, troppo poco. È mancata completamente la reazione dopo lo 0 a 1. Un Grifone che si è consegnato agli avversari. La strada per la salvezza è davvero dura ed irta di insidie.

La Juventus è stata controllata bene nel primo tempo poi ha ringraziato per il regalo ricevuto da De Winter ed è volata via sulle ali dell'entusiasmo. Ad un certo punto sembrava quasi facesse torello contro i malcapitati rossoblu. Genoani che correvano girando a vuoto mentre i bianconeri si divertivano lanciando i giocatori di fascia e entrando nella difesa di casa come una lama di un coltello nel burro.

Vedere in campo un 2008 e poi un 2005 è stata la palese dimostrazione di come la panchina non offra alternative.  Martin non ha giocato neppure un minuto ed anche questo è apparso un segnale non certamente positivo. Ahanor ha fatto quello che ha potuto contro Nico Gonzalez e Kassa entrato a fine gara ha provato in qualche modo a vivacizzare l'attacco.

Che dire della difesa e di Vitinha. La retroguardia rossoblu non è più la stessa dello scorso anno, non negli uomini ma nel fatto che tutti stanno tirando la carretta senza grandi alternative.  De Winter non è stato ammonito (caso unico) ma ha regalato il rigore del vantaggio alla Juve. Poi è andato in confusione sbagliando parecchio. Il belga non sembra molto sereno, Bani avrebbe bisogno di riposare e lo ha dimostrato Vlahovic che lo ha buggerato sul raddoppio. Da Matturro, come da Bohinen, il tecnico Gilardino si aspetta di più. La crescita del difensore va a rilento, il centrocampista ha fatto rimpiangere l'infortunato Badelj.

Discorso a parte riguarda Vitinha. Il portoghese sta deludendo le attese. Pagato parecchio non sta fornendo prestazioni positive, spesso si nasconde, viene sistematicamente bloccato e basta poco per mandarlo per terra. Il giocatore sembra quasi che si sia consegnato al fato negativo e non stia facendo nulla per cambiare il corso degli eventi. Occorre una svegliata se non vorrà presto finire in panchina.

Lo stadio vuoto evidentemente è pesato parecchio ma non può essere una scusante. I problemi sono a monte, partendo dalla dirigenza che ha parlato talvolta a vanvera dando illusioni inutili ai tifosi e non sostituendo Gudmundsson, l'unico giocatore che l'hanno scorso teneva impegnati due avversari e con il suo genio creava sempre pericoli agli avversari. Chi lo ha sostituito? Nessuno, nonostante le promesse fatte. 

È stata una settimana clamorosamente negativa. Tre gare e tre sconfitte (quella in mezzo si rigori ma sempre contro una squadra di serie B) occorre cambiare strada ma la prossima trasferta appare più che dura. A Bergamo contro l'ex Gasperini (che in pratica vince sempre contro il Grifone) e contro il fresco ex Retegui. Gara da uno fisso ma il Genoa dovrà cercare di mettere cuore e grinta in campo. Recuperi? Messias e Badelj verranno monitorati giorno dopo giorno. Perdere anche il regista sarebbe davvero grave con una rosa che più ridotta all'osso non si può.