The Day After, un gara gettata al vento dopo 94 minuti senza sofferenza
Quanto è brutto perdere in pienissimo recupero, quanto lo è soprattutto per quei magici, spettacolari e unici 4-5 mila tifosi genoani presenti allo stadio Grande Torino con un punto che stavano pienamente assaporando e si sentivano già in tasca. E' bastata un'accelerazione di Radonjic, di un difensore entrato da poco sempre saltato dall'avversario e di una conclusione potente da "artista", come lo ha definito il tecnico Ivan Juric, sotto la traversa e la frittata è stata fatta.
Il Genoa non aveva sofferto molto sino a quel momento. La fase difensiva reggeva su Bani, Dragusin e Vasquez che non soffrivano troppo e soprattutto non permettevano al "bau-bau" Zapata di rendersi pericoloso sotto porta. E quando l'ex atalantino usciva per far posto a Pellegri la situazione migliorava ancora ed i pericoli, o supposti tali, diminuivano sensibilmente. Ma allora perché si è perso? Colpa di Gilardino che ha inserito Hefti per Sabelli? Assolutamente no. In fondo chi è entrato avrebbe dovuto dare qualche sicurezza in più ed invece... Tre uno contro uno e sempre lo svizzero beffato, il guaio è che alla terza è pure arrivata la beffa.
Il problema del Genoa è che ieri ha Torino ha latitato l'attacco. Pochi i palloni gestibili per Retegui prima e Ekuban dopo. La manovra rossoblu manca di inventiva. Malinovskyi è lontano dalla forma e si attende come il pane che Messias che quanto meno potrebbe inventare qualcosa. Lo stesso Gudmundsson, bravissimo a Roma, contro i granata ha fatto ben poco apparendo svogliato e privo di grinta.
Ecco la grinta, una squadra che vuole salvarsi deve metterne tanta in campo per sopperire ad una tecnica minore rispetto all'avversario di turno. Contro i granata non è parsa al top, troppo spesso si è sprecato qualche buon affondo sbagliando passaggi anche semplici oppure non riuscendo a trovare le giuste misure per scambiare il pallone coi compagni.
Tre gare, tre punti, possono anche andare bene ma è chiaro che da Torino, contro questo Torino, mai realmente pericoloso, il Genoa avrebbe dovuto tornare a casa col punticino. Adesso la sosta che arriva a puntino per lavorare costantemente a Pegli anche senza i "Nazionali" Retegui, Dragusin e Puscas. Al rientro al Ferraris arriverà il Napoli, partita che sulla carta è scontatissima ma nella quale il Genoa avrà il dovere di mettere tutto quello che ha in corpo al di là dell'ostacolo evitando, come accaduto contro la Fiorentina, di gettare le armi già dopo pochi minuti.