Serse Cosmi guarda al passato: "Orgoglioso di aver allenato il Genoa"
Nell'intervista rilasciata a Repubblica, l'ex allenatore del Genoa (oggi in forza al Trapani) Serse Cosmi ha ricordato con piacere ed entusiasmo l'annata rossoblù in Serie B, quando proprio il tecnico perugino riusci a portare il Grifone al primo posto, senza nascondere qualche rimpianto per l'esito storicamente negativo nonostante la promozione raggiunta sul campo.
"Era il 2004 - racconta Cosmi - arrivai a fine estate in un Genoa costruito per fare il 3-4-3 con Milito esterno sinistro, Lazetic sulla destra e Stellone in mezzo. Io portai in dote il mio 4-4-2, e andò come è andata. Con Milito lo si capisce già al primo allenamento, che si tratta di un’altra dimensione. Una qualità tecnica al di sopra della norma. Averlo allenato mi rende orgoglioso, così come la coppia che formava con Stellone, che insieme in quell’anno in due fecero oltre 40 gol: mai vista tanta qualità insieme. Pensare che l’anno dopo avrebbero dovuto giocare insieme a Lavezzi, pensate cosa avrebbero potuto fare".
"Gran parte di quello che ho imparato di importante, sul mio lavoro e non solo, l’ho capito grazie al Genoa - sostiene Cosmi - e poi le emozioni, lo stadio sempre pieno, i gol. Mi ricordo quello di Milito a Vicenza: ne scartò cinque in un fazzoletto, saltò l’intera difesa da solo al limite dell’area per poi segnare di sinistro all’incrocio. Mi ricordo che noi in panchina saltavamo in piedi ad ogni avversario. Il bello che con lui il gol era solo il completamento di una sua creazione, non era qualcosa di estemporaneo, era logica conseguenza di qualcosa di perfetto".
Tornando alla parentesi dell'estate 2005, quando il Genoa venne condannato alla retrocessione in Serie C1 con tre punti di penalizzazione, l'ex allenatore rossoblù ha concluso: "Con Genova ci siamo lasciati bruscamente. A ricordarlo sto male ancora adesso, a undici anni di distanza. Il dolore è sempre lo stesso, però compensato da tutto quello che di bello ho avuto. Con il presidente Preziosi non abbiamo mai avuto nessun motivo per riparlare. Il calcio è fatto di innamoramenti e tradimenti, tutto cambia nel giro di poco tempo, e di solito le situazioni si ricompongono. Sia io, sia lui, però, abbiamo le personalità forti per poter continuare a pensare secondo le nostre idee".
"I presidenti sono quelli che nel calcio si prendono l’onere di guidare le società - prosegue Cosmi - son quelli che rispondono con i risultati, e non devono rovinarsi, non devono rimetterci. Il problema del calcio italiano è che figure come questa hanno lasciato troppo spazio alla miriade di persone che utilizzano il calcio solo per fare soldi. Un’infinità di personaggi che non vincono mai e non perdono mai, ma guadagnano a prescindere. Una volta che il calcio si ripulirà da tutti questi personaggi, procuratori, intermediari e sottointermediari, allora i giocatori torneranno a fare i giocatori, tutto sarà più umano e forse i tifosi torneranno a divertirsi, e a entrare negli stadi".