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Genoa : 130 anni di storia

di Carlo Dellacasa

Andamento altalenante per il Genoa di Alberto Gilardino in questo inizio di Serie A 2023-24. Dopo un esaltante campionato cadetto che ha permesso al Grifone di tornare immediatamente in massima serie dopo la retrocessione del 2021-22, l’obiettivo della squadra e la speranza dei tifosi è la salvezza facile. Una salvezza che negli ultimi anni è arrivata sempre più a fatica e che, dopo l'inaspettato quinto posto del 2008-09 e il sesto posto del 2014-15, ha denotato un certo calo di rendimento.

Il sogno proibito dei tifosi (e in generale di tutti gli amanti del calcio) è di veder tornare il Genoa ai fasti dei primi del Novecento. Come i gratta e vinci più vincenti, anche i rossoblù ottennero numerose vittorie e ben 9 scudetti fino al 1924. Un sogno che vorrebbe dire ottenere quel fatidico decimo scudetto tanto agognato e quindi portare con fierezza la stella sullo stemma. Un sogno che però, onestamente, appare alquanto difficile possa realizzarsi. Sono passati esattamente cento anni dall’ultimo successo nazionale, e da allora la storia del club è stata un continuo saliscendi tra serie A e serie B con poche, pochissime, soddisfazioni.

Eppure, il decimo scudetto avrebbe potuto concretizzarsi nel 1924-25. La squadra era ancora sotto la guida dell’inglese William Garbutt, già vincitore di tre campionati italiani (1914-15, 1922-23, 1923-24), e il Genoa si apprestava a disputare la 25ª edizione della Prima Divisione, la massima serie del campionato di calcio italiano, da campione uscente. Il cammino dei liguri non fu però ottimale, causa soprattutto dell’andamento sottotono nelle partite fuori casa (cinque sconfitte su undici), ma raggiunsero comunque la qualificazione per la finale di Lega Nord superando di un punto il Modena. Dall’altra parte, fu il Bologna ad avere la meglio su Pro Vercelli e Juventus, ottenendo quindi il pass per la sfida contro i campioni d’Italia.

Le cinque finali che seguirono diedero vita alla leggenda dello “Scudetto delle pistole”, così ribattezzato in futuro per via delle numerose controversie e dei fatti di cronaca che seguirono. Come l’anno precedente, le due formazioni rossoblù si trovarono faccia a faccia per decretare quale delle due avrebbe ottenuto il titolo di campione di Lega Nord e giocarsi quindi la finalissima nazionale.

La prima partita si giocò il 24 maggio 1925 a Bologna, dove il Genoa riuscì a imporsi grazie ai gol di Alberti e Catto concedendo una sola rete agli avversari. La partita di ritorno, fissata per il 31 maggio, a quel punto sembrava quasi una formalità. A sorpresa, però, i bolognesi si portarono in vantaggio al 34’ grazie al gol di Muzzioli. Agganciati al 73’ dalla rete di Santamaria, riuscirono però a trovare la rete del vantaggio all’83’, pareggiando quindi i conti con il match di andata e rinviando tutto al successivo spareggio.

Il 7 giugno 1925, a Milano, fu fissata la partita che avrebbe (in teoria) decretato la squadra vincitrice. Il doppio vantaggio da parte del Genoa, grazie alle reti di Moruzzi e Alberti, provocò numerose invasioni di campo, che si acuirono notevolmente dopo un presunto gol del Bologna al sedicesimo della ripresa, prima annullato e poi, dopo numerosi diverbi e minacce di ogni tipo, convalidato dal direttore di gara. A otto minuti dalla fine i bolognesi trovarono prima la rete del pareggio, e poi anche quella del vantaggio, stavolta annullata davvero per presunta carica su De Prà. La partita terminò prima del dovuto e sia il Genoa che il Bologna fecero ricorso per ottenere il successo a tavolino. Ciò che ottennero fu invece un secondo spareggio, da giocarsi a Torino il 5 luglio.

Un altro pareggio, stavolta per 1 a 1, caratterizzò il match, che venne però macchiato ulteriormente da un fatto di cronaca avvenuto nella stazione di Porta Nuova. I due treni che trasportavano le tifoserie si scontrarono. Ne seguì un violento scontro tra supporter, culminato da una ventina di colpi di rivoltella indirizzati verso i tifosi genoani che causarono due feriti. Mentre le società continuavano a insultarsi tramite comunicati ufficiali, il 19 luglio fu fissato dalla FIGC un nuovo spareggio, stavolta a porte chiuse, che però non fu disputato per via di numerosi ricorsi e proteste da parte dei felsinei.

L’ultima sfida si tenne quindi in gran segreto, il 9 agosto alle 7 di mattina, a Milano, nel campo della Società Ginnastica Forza e Coraggio di Vigentino. Ad aver la meglio fu il Bologna, che aveva risentito in maniera minore dell’interruzione del campionato, vincendo agilmente per 2-0 e accedendo finalmente alla finalissima nazionale. Contro l’Alba Roma, campione dell’Italia centro-meridionale, non ci fu sfida, e il Bologna ottenne il primo scudetto della sua storia, ancora oggi molto discusso.

Recentemente, il 30 ottobre 2018 per la precisione, il Genoa ha dichiarato di voler chiedere alla FIGC di rivalutare l’assegnazione di quello scudetto, consegnandolo ad ex aequo a entrambe le squadre viste le presunte e numerose irregolarità emerse. Ad oggi, però, la federazione non si è espressa e il Grifone rimane ancora arenato sui suoi nove scudetti restando, comunque, prima tra le squadre più antiche della serie A.