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Genoa: La settimana breve, il campionato degli estremi

di Radazione Genoa News 1893

Il titolo è di chiara ispirazione al capolavoro di Hobsbawm “Il secolo breve, l’età degli estremi” all’interno del quale si andava a riassumere tra il 1914 e il 1991 il ventesimo secolo.

In questi quattro giorni che separano Fiorentina Genoa da Genoa Lazio c’è l’amara summa di un campionato costretto da impegni di coppa, diritti tv ed esigenze di messa in onda.

Non è possibile definirlo falsato perché non c’è una logica – o almeno si spera – che vada a penalizzare una squadra piuttosto che un’altra. È un circolo vizioso che oggi tocca a me e domani a te, con una logica ben precisa fatta di regole e postille per possibili richieste in base a turni passati in Europa, gare giocate prima, dopo.

Fondamentalmente questo potrebbe anche avere una sua logica, machiavellica, ma comunque regolata da norme. Poi però intervengono anche altre situazioni per cui ci si ritrova a giocare alle 18:30 e non alle 20:30 di un giorno infrasettimanale. Qui scatta l’incomprensibilità, o meglio, il chiaro e poco rispetto nei confronti di chi vive la partita sugli spalti.

Così i 27.777 abbonati meritano un applauso – e mi rivolgo ai tifosi rossoblù ma è da estendere a tutti gli abbonati di tutte le squadre – perché fanno un atto di fede. Ormai comprano a scatola chiusa un prodotto che non si sa quando “andrà in onda”.

Il calcio appartiene a chi lo guarda, assunto che con gli anni era stato digerito e compreso dai più. Il gioco più bello del mondo, quello della domenica alle 15:00, non c’è più. Facciamocene una ragione, e sarebbe anacronistico sperare di tornare indietro. Purtroppo però con lui non ci sono più, se non in maniera miracolosa, le grandi favole di squadre che sfidano come Davide le potenze Golia e vincono. Il calcio si fa con i milioni ormai, anzi con i miliardi (tra poco): siamo ritornati alle cifre degli anni 90, ma adesso si paga in euro e non più in lire... Il business del calcio è cresciuto in maniera esponenziale nonostante le crisi, nonostante i tassi a zero, nonostante le guerre, nonostante tutti si lamentino che era meglio prima.

Panem et circenses dicevano i romani: diamo il pane e gli spettacoli così il popolo sta buono. Oggi però sul pane non ci siamo molto, ma sugli spettacoli, su quelli non c’è dubbio, sì che veniamo bombardati. C’è una partita ogni giorno della settimana, quasi ad ogni ora. Prima si aspettava la domenica sera per fare tredici al Totocalcio, oggi si scommettono tre partite del campionato indonesiano il martedì pomeriggio per ritirare l’ipotetica vincita il giorno dopo.

Giorno e ora, e il rispetto per i tifosi va a farsi benedire. Ci vorrebbe un pensiero in più perché è giusto andare verso il futuro, ma che sia un futuro a misura di uomo, quello che tifa con passione e che vede nella sua squadra di calcio un dolce appuntamento settimanale…