Perché il Genoa (forse) non andrà mai al Mondiale per Club
Il primo Mondiale per Club nella nuova versione 2025 a 32 squadre è cominciato! E la fase a gironi, quella a più basso indice di pressione, coincide spesso con il momento delle curiosità, delle polemiche e dello scetticismo. Era già successo con i mondiali in Brasile, così come con l’ultima edizione tenutasi in Qatar nel 2022. L’esplorazione di una nuova competizione sportiva coincide spesso con la scoperta di dietrologie non sempre in linea con i cuori più romantici.
Col passare dei giorni e le prime goleade dei top club europei, si parla sempre più spesso di questa nuova competizione internazionale e di ciò che succede anche fuori dal campo, tra diritti TV, sponsorizzazioni e piattaforme digitali, come i comparatori che offrono consigli sulle scommesse mondiale per club. Ma in questo scenario del calcio visto come business, il Genoa sembra appartenere a un'altra dimensione: quella in cui contano ancora la bandiera, la storia e la passione della sua gente, a cominciare dai più giovani, come sottolineato ultimamente dal noto storyteller sportivo Federico Buffa in occasione di una recente visita al museo rossoblù.
Il plauso di Federico Buffa al Genoa
In occasione della sua attesissima visita al museo del Genoa Calcio, Federico Buffa, figlio di un tifoso genoano (“convertito al Milan per amore della moglie” cit.), ha sottolineato quanto sia ammirevole il fatto che, nonostante le pay-tv, il boom della tendenza a seguire il calcio dagli smartphone e se vogliamo la dipendenza dallo scrolling, gli spalti rossoblù si distinguono in Serie A per la percentuale di giovani tifosi presenti.
Un amore tra maglia e tifoseria che non si è certo consolidato solo in occasione dell’ultima promozione in Serie A ad opera di Gilardino, né nelle ultime due tranquille stagioni nella massima serie, né tanto meno dopo l’arrivo di Vieira. Si tratta di un amore che viene da molto più lontano, perché, per dirla proprio alla Federico Buffa: “La tifoseria del Grifone è argentina nel suo modo di sostenere la maglia, anche a prescindere dai risultati se sente che la squadra ha onorato la maglia”.
Il Genoa e gli antidoti al calcio moderno
Soprattutto quando la fase finale e la sua spettacolarità sono ancora lontani, viene ancora più semplice e spontaneo associare il nuovo format del Mondiale per Club 2025 alla “competizione fatta solo per il business, gli sponsor, le tv, ecc”. La sentenza è meritevole di maggior approfondimento, ma di sicuro si tratta di una competizione non in linea con la tradizione del calcio, in Italia rappresentata forse più di tutti proprio dal Genoa, anzi il Genoa Cricket and Football Club, il primo in Italia.
“La più grande squadra di football (nel senso storico) del nostro paese. Nessun’altra squadra del calcio italiano è stata fondata nel consolato inglese, è l’unico club che ha l’idea del Cricket anche dentro. Nella regione con l’età media più alta in Italia, vedere che buona parte della curva sia composta da ragazzi anche sotto i vent'anni è corroborante e balsamico al tempo stesso”. Federico Buffa, la squadra del cuore del suo papà la presenta così.
I fondatori del Boca Junior erano cittadini del quartiere Boca, abitato per lo più da genovesi. Il nomignolo utilizzato per identificare i tifosi del Boca Juniors è xeneizes, che deriva da xeneize e sta ad indicare l’abitante di Genoa. Avete mai notato quanto i vari argentini Burdisso, Ocampos, Perotti, Rodrigo Palacio e Diego Milito - se ci fate caso, spesso proprio i più passionali - si siano trovati a proprio agio nell’indossare questa maglia? Certo che sì.
A proposito, a marzo 2025 è stata presentata una nuova divisa con i colori del Boca, in omaggio al 120° compleanno della squadra che ha lanciato Maradona. Si tratta dell’ennesima iniziativa del nuovo piano di marketing scelto dalla società e che sta attraversando il club sin dall’arrivo di Gilardino in Serie B; un piano strategico che sta mettendo al centro appunto la maglia. Ecco di fatti un esempio concreto tramite cui la modernità non viene rigettata, ma reinterpretata con uno sguardo fisso, rispettoso e grato nei confronti della tradizione.