SCOGLIO terrone come il Genoa
Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/09/ma-un-giorno-vi-stupiro.html
Era il 9 giugno 1989 e Gianni Mura sulle colonne di La Repubblica chiacchierava così con Franco Scoglio. Ne usciva un ritratto indelebile del tecnico rossoblù e di un calcio ormai lontano (ma forse non così tanto). Una frase su tutte? “Sul lavoro, la base è il rispetto, via tutti i lati emotivi, affettivi, non ci devono essere innamoramenti, anche perché di fronte al risultato il calciatore pensa solo a se stesso.”
SCOGLIO terrone come il Genoa, c' è scritto in grande su una strada del centro. Scoglio ha letto e non ha mai chiesto di cancellare la scritta. Per me non è un insulto. Ho portato il Genoa in A superando un esame, da buon terrone che sale al nord. Il calcio non ha confini e nemmeno il lavoro fatto bene. Noi partiamo a handicap, siamo sotto esame, ma poi gli esami si passano. E allora smettiamola di crearci sudditanze psicologiche. E' strano, Scoglio. A volte sembra che parli a nome di un popolo, o almeno di un paese, a volte solo per sé. Come quando dice: Venire in A non mi ha dato nessuna emozione. Missione compiuta, e basta. Con la Gioiese e il Messina mi ero ritrovato più felice. Qui, dopo dieci minuti già pensavo al confronto col Milan, immaginando i suoi limiti, e i nostri. Andare a San Siro, col Milan e con l' Inter, senza dire vedremo o speriamo, ma per giocarci la partita. E in queste vigilie immaginate penso soprattutto a me, forse non è giusto ma è così. Io gli obiettivi li dico con un certo anticipo, così da non avere alibi se li fallisco. Con l' arrivo di Signorini, fondamentale per il mio gioco, avevo garantito la promozione a 50 punti, e ci stiamo arrivando. Con gli acquisti giusti, voglio un Genoa che giochi come dico io. Perché, questo no? Questo ha giocato un modulo di ripiego, un 141 dietro, cioè un difensore in più, sprovvisto di particolari qualità offensive, per compensare un attaccante in più. Ma il sistema di gioco che preferisco prevede l' 131 dietro, una sola punta di peso, l' ideale sarebbe Van Basten, cioè un centravanti con il cervello di una mezzala. Van Basten è la punta più forte che io abbia mai visto, lui e gli altri olandesi, più Donadoni, sono la vera forza del Milan, che ha giocatori da 10 e altri da 6. Mentre l' Inter ha tutti fra il 7 e il 7,5 ed è un grande collettivo, col vantaggio rispetto al Milan di riuscire a fare il suo gioco in condizioni fisiche e mentali di assoluta normalità, mentre il Milan per riuscirci dev' essere a livello eccezionale. Per me il campionato vinto dall' Inter ha più peso specifico della coppa del Milan e di quella del Napoli, perché in Italia ha strabattuto tutti, mentre in Europa, finché non tornano le squadre inglesi, le vittorie avranno sempre un peso relativo, è come un' Olimpiade senza gli atleti dell' est. Preso Bortolazzi, quasi preso Fiorin (per fare il Rats), si aspetta Aleinikov (centrale davanti alla difesa, ruolo in cui piace anche Alemao) e, secondo Scoglio, non si possono sbagliare gli altri stranieri. Una punta (con le caratteristiche di Casagrande, mentre Fontolan farebbe il Dobrovolski pendolando sulla sinistra) e il 7 creativo, il Donadoni di fuori, con licenza di spostarsi dove gli pare: identikit, per dare l' idea, di un tipo alla Vanenburg o De Wilde. Un Genoa alla sovietica più che all' ucraina. E' probabile che Scoglio parta il 14 per Kiev, gli interessa seguire una settimana di allenamenti condotti da Lobanovski e Morozov. Intanto ha fatto un viaggio lampo a Barcellona insieme a Spinelli: c' è la possibilità di prendere Lineker. Almeno seisette squadre saranno più forti di noi. Se arrivo ottavo, ai margini dell' Uefa, obiettivo centrato. Attorno al decimo posto, aurea mediocritas, aurea per via dell' ingaggio. Se torno in B, è un fallimento. Ma non ci penso: nel contratto ho voluto che fosse inserito un eventuale premioUefa, non il premiosalvezza. Già adesso, non cambierei il Genoa attuale con qualcuna delle squadre di A del secondo gruppo. In A sarà più difficile, bisogna avere alternative al sistema di gioco, altrimenti anche un Milan può trovarsi in difficoltà. Ce lo insegna la partita con la Stella Rossa: marcati all' italiana Donadoni, Evani e Colombo il Milan ha perso i cavalli. E' che il Milan, pur esprimendo altissima qualità di gioco, a volte, pensa sempre solo a sé, mentre io credo che se gioco contro Maradona devo tenerne conto. Inter e Napoli sono più imprevedibili, nella loro prevedibilità. E l' Inter per me parte avvantaggiata nel prossimo torneo: è la squadra più equilibrata e ha dimostrato che non esiste il calcio del Duemila. Ho solo un dubbio legato a Klinsmann, giocatore eccellente che dà molta profondità. Forse la noncorsa di Diaz è stata molto utile, dando a tutti il tempo per inserirsi al tiro, e forse la velocità di Klinsmann allungherà troppo la squadra. Lui poi è abituato in Germania, dove tutti tengono il libero in linea. Il calcio del Duemila, il calciospettacolo, il calcio sorridente: Scoglio non ci crede. A livello giovanile, forse, ma a livello professionistico esistono solo i numeri, i risultati. Maifredi, alfiere del calciochampagne, a Verona non ha sorriso né fatto sorridere, si è adattato. Giocare sempre bene è impossibile anche per il Milan, che pure se il campionato si decidesse ai playoff vincerebbe sempre. Pure noi, avremo giocato 20 ottime partite e le altre mediocri. Non mi è parso un tipo incline a sdrammatizzare, gli dico pensando a certe dichiarazioni lette in passato: perdere è come morire, per esempio. Può spiegarmi? Sapevo di dire delle enormità, ho esasperato i giochi consapevolmente. Avevo l' ansia di fallire. Cos' eravamo noi, all' inizio? Una legione straniera, con molti giocatori reduci da una stagione catastrofica. Io non avevo rivincite da prendere, volevo solo arrivare. E anche loro. Avevamo la stessa finalità: per essere, si doveva vincere. E lavorare molto. Il Genoa lavora molto rispetto all' Italia, discretamente rispetto all' optimum. I giocatori dovrebbero lavorare di più, ma tendono a vedere il lavoro come sacrificio, e questo è l' ostacolo principale. Non si arrendono all' evidenza di essere dei privilegiati. Due allenamenti il sabato e una la domenica mattina, che vale come la messa in moto della formula una, sarebbero indispensabili, ma se li imponi rompi con la squadra. In fondo noi tecnici abbiamo paura e le idee non le portiamo avanti fino in fondo. Mentre nel basket la sera giocano e la mattina si allenano. Scoglio, che rapporto ha con le sue squadre? Fuori dal campo, zero. Sul campo, prima spiego la seduta che andremo a fare e poi pretendo la massima concentrazione. So di essere pesante o noioso, quando vogliono divertirsi con una partitella se la gestiscono loro oppure un mio collaboratore, io me ne vado. Al massimo partecipo a una partitella una volta l' anno. Li invidio, ma ho quasi 50 anni e non ho né tempo né voglia di divertirmi. Non credo al tecnico nonno, padre, fratello maggiore. Sul lavoro, la base è il rispetto, via tutti i lati emotivi, affettivi, non ci devono essere innamoramenti, anche perché di fronte al risultato il calciatore pensa solo a se stesso. Se l' Inter a un certo punto cacciava Trapattoni, come sembrava, i giocatori non lo trattenevano né si dimettevano. Oggi coi sentimenti non si fa strada. Però capisco il paternalismo di Rocco, in altri tempi: si giocava per la maglia, non c' erano i milioni degli sponsor e delle tv private, c' erano valori morali, con una battuta e un bicchiere di vino si risolveva una situazione. I tempi sono cambiati in peggio. E peggioreranno ancora? Che calcio vedremo? Ognuno il suo, l' Inter è una realtà vincente, il Milan anche, il Napoli pure. Ma io non m' accontento di battere la Samp, come chiedono i nostri tifosi, questo è un discorso che si apre e si chiude a Genova ed è chiaro che con noi la Samp parte svantaggiata. Io mi son dato, dopo questo, due anni di tempo per vincere lo scudetto in una squadra attrezzata per farlo. Nel suo futuro sente la Juve. E per oggi è tutto.
Gianni Mura