Dai diamanti non nasce niente
Ogni volta che scrivo qualcosa parlando di come vedo il mondo, ho sempre il dubbio di non essere capito, perfino creduto.
Mi rendo conto di avere una visione particolarmente romantica del mondo, della vita, ed anche del calcio, del Genoa, e mi rendo conto che a qualcuno possa sembrare anche troppo forzata, artificiale, La seconda paura è quella di apparire un nostalgico patetico, come gli anziani sulle panchine dei giardini che parlano della propria gioventù.
Ma io non posso che scrivere quello che sento.
Non ne faccio una questione campanilistica, di interesse particolare. Posso sbagliarmi ma non credo nella Superlega e nel calcio dei ricchi, e non ci credo per lo stesso motivo per cui vivo in un certo modo e non in un altro.
Il calcio non è uno show, e non credo possa essere trattato come tale. Il calcio è luogo della fantasia, catarsi dalle preoccupazioni e dalle sconfitte della vita, attimo fuori dallo spazio e dal tempo in cui poter realizzare sogni che non sono possibili nella vita reale.
La sua linfa non sono i soldi o il gesto atletico, ma il coinvolgimento irrazionale, infantile e poetico di milioni di persone che partecipano ad un incantesimo collettivo capace di guarire le ferite della vita, di superare i limiti del tempo, di farti sembrare possibile ciò che la vita ti fa credere impossibile, irrealizzabile, irraggiungibile.
Se tu togli questo, al calcio, hai tolto la magìa. E se togli la magìa, resta solo uno show posticcio in un Casinò di Las Vegas, con la Torre Eiffel in scala, tante luci colorate, e le luci dell'alba che ti faranno vedere Las Vegas per quello che è: una città inesistente in mezzo al deserto, senza anima, senza bellezza, senza verità.
Fu così che finì la carriera di Frank Sinatra, e la vita di Elvis. Esattamente in questo modo.
Quindi non credo in queste cose, e non per nostalgia, non per romanticheria, semplicemente perché se è vero che per comperare una Ferrari servono i soldi, per farla viaggiare serve il carburante.
Ed il carburante non sono i soldi.
E come scriveva De Andrè, la tanto vituperata brutta gente, gli ultimi del mondo, i poveri, i modesti, quelli che sono ultimi e resteranno ultimi, coloro che non possono che guardare in alto perché sotto di loro non c'è più niente, le persone semplicemente normali che non hanno una vita di inutili e patetici sfarzi, che lavorano, sudano, studiano, crescono figli, e faticano a togliersi anche le più piccole soddisfazioni come una vacanza, un abito elegante, un vezzo, un vizio, sono il carburante di questa lussuosa automobile in grado di andare da zero a cento in 3 secondi, o di fermarsi per sempre.
Ebbene sì, io credo in questo.
Non è una questione di soldi, non lo è mai. Lo è solo per i piccoli uomini. E' sempre e solo una questione di sogni. Perché dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
Luca Canfora: segni particolari... Letame.