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Ho capito le donne... ma non il Genoa

di Luca Canfora

Ho capito le donne, ma non il Genoa

Né pessimismo, né disperazione.
Solo sorpresa.
Il Genoa parte bene, pimpante atleticamente e abbastanza deciso. Piatek si dimostra ancora bomber di razza, conquistandosi il gol con tenacia e qualità.
Passi in vantaggio, in trasferta, in uno stadio di plastica vuota, dove il tifo locale è paragonabile a quello per la Vogherese (ma credo che a Voghera ci sia molto più coinvolgimento emotivo), e dove si vedono e si sentono solo i genoani… e poi.
E poi prendi quattro gol in contropiede, in trasferta, in vantaggio, in quindici minuti.
Il Genoa, il mio Genoa, una squadra che non puoi prevedere, non sai spiegare, non potrai mai dire, mai, di avere capito.
Ancora una volta.
Quindici minuti di amnesie, voragini e svarioni tecnici.

Non so cosa sia successo, davvero non ho capito. So che per me non c’è solo Marchetti sul banco degli imputati. Non è Perin, non ha la stessa reattività ed età, ma se difesa e centrocampo decidono di concedersi una vacanza, e la vacanza non è dentro il Mapei Stadium, non può essere l’unico colpevole.
Troppo comodo prendersela con lui per una respinta non perfetta o qualche errore puntuale. Con l’Empoli ha salvato il risultato con un guizzo importante, ieri per quindici minuti è stato bombardato da tutte le posizioni.
Le note positive sono che abbiamo un centravanti con i fiocchi, Piatek, un Pandev in forma smagliante, ed un Kouamè pronto per aiutare entrambe. E’ già qualcosa.

Ballardini sconfessa, nei fatti, non so se era nelle sue intenzioni, il suo modo di giocare, solitamente prudente, con una difesa rocciosa ed un centrocampo fitto. Forse vuole dimostrare di poter giocare in modo più moderno e trendy, ma dico forse. Ma il centrocampo è scarno, la difesa va in difficoltà e commette errori grossolani. 
La settimana scorsa l’ho elogiato perché ha sempre fatto un calcio poco trendy e poco moderno. Un calcio semplice. Come lui. Torniamo lì Davide. E’ stata una giornata storta, quelle che nella vita ti insegnano più di cento lezioni all’Università.
Ma io mi fido di una persona seria e professionale come te, lo dico seriamente.

Ma veniamo alle donne. 
Anni di sacrifici, di sofferenze, di passioni mal riposte, di amori senza risposte, di tormenti laceranti, di infatuazioni melanconiche, di dolore metafisico, di disperazione poetica, di introspezioni emotive, di attacchi di panico, di depressione, di isteria, di stupore.
Ma alla fine le donne le ho capite. Non dico di avere la chiave di tutte le porte, ma certamente ho capito quando posso bussare, quando devo suonare, quando devo proprio lasciar perdere, quando devo cambiare strategia, porta, emisfero, Pianeta.

E poi c’è il Genoa.
Anni di sacrifici, di sofferenze, di passioni mal riposte, di amori senza risposte, di tormenti laceranti, di infatuazioni melanconiche, di dolore metafisico, di disperazione poetica, di introspezioni emotive, di attacchi di panico, di depressione, di isteria, di stupore.
Ma alla fine non ci ho ancora capito una beata fava.

Niente, W le donne.
E forza Genoa.

   Luca Canfora