Il miglior attacco... è la difesa
Davide Ballardini sorprende ancora, e convince anche gli scettici ed i detrattori. Come?
Con la solita disarmante, scontata e vituperata normalità: non vuoi perdere? Comincia a non prendere gol, che male che vada porti via un punto, e ti basta un gol per vincere. Se poi ne fai due... va bene lo stesso.
Come è confortante, rilassante, emozionante... la normalità. Tutti che si riempono la bocca di schemi tattici, moduli, usando vocaboli roboanti, inglesismi, metafore ardite. Tutti in cattedra a mostrare il proprio Ego, a tentare di dimostrare che l'allenatore conti più dei giocatori, che lo schema valga più di un controllo perfetto in corsa, che un modulo possa sopperire ai piedi a forma di costola di moffetta del tal mediano.
Ed è vero. L'allenatore conta, conta eccome. Basta vedere cosa stia facendo Davide con la stessa squadra di Maran. Ma conta nella misura in cui lui, anche lui, sia al servizio dei giocatori, della squadra, dell'obiettivo.
E non il contrario.
Ed aggiungo una cosa. Mi sembra un Ballardini un pochino più audace, maturo, consapevole. Il Genoa si difende bene, ma è comunque propositivo, a tratti brillante, in alcuni casi spavaldo. Anche nei giovanissimi, che soprattutto contro la Juventus hanno dato prova di carattere, personalità, qualità.
Insomma, è davvero incredibile la metamorfosi di questa squadra in un mese scarso. Ed io continuo con la mia singolare, probabilmente pittoresca e senz'altro poco interessante teoria sugli allenatori, sui leader in generale, che sia una squadra, un gruppo, un team di lavoro, una Band, altro.
Una squadra assorbe il temperamento, il carattere, la determinazione, la passione, l'amore, la dedizione, tutti i pregi e tutti i difetti del suo leader.
E qui il Leader, adesso, c'è.
E si chiama Davide Ballardini.
Luca Canfora