.

Io volo alto

di Luca Canfora

E se cado? E mi farò male, come sempre. Mi piace farmi male, mi fa sentire vivo. Non sono mica qui per sentire niente. Io voglio soffrire, io voglio sentire, voglio toccare, voglio sperare, disperare, sperare di...sperare, voglio cadere, voglio sbagliare tutto, voglio sentirmi sommerso dai miei guai, voglio pensare di non farcela più, non questa volta, e voglio sorprendermi a farcela ancora, ancora una volta, anche questa volta, perfino questa volta.

Voglio sentire quella nostalgia maledetta, quella nostalgia meravigliosa, perfetta ed insopportabile, piena di errori dolcissimi, quella debolezza che mi fa dimenticare una realtà che non esiste, che mi uccide in tre secondi anche se continuo a camminare, a lavorare, a parlare, che mi toglie la voglia di mangiare, che mi fa restare sveglio tutta la notte ad immaginare qualcosa che ero, qualcosa che sono ancora, anche se non so più chi sono, anche se non ricordo più chi ero. Qualcosa, qualcuno, che pensavo di non ricordare più, eppure era lì.

Voglio dire tutto quello che provo. No, mi spiace, non posso dire tutto quello che provo, posso provarlo. Cioè no, non posso provarlo, non ho le prove di quello che provo, ma io le provo, le provo tutte, e ci provo, ci provo, ve lo giuro, ci provo ogni maledetto giorno a nascondere le prove di quello che provo. E' che poi le prove saltano fuori così, dal nulla, te le trovi davanti all'improvviso, mentre cercavi solo un fottuto yogurt nel frigorifero. Ci sono sempre troppi yogurt in quel frigorifero, troppi yogurt per una persona malata come me. Io ho bisogno di un solo yogurt, due, già tre mi mandano in confusione, che poi mi sembra di fare un torto al mirtillo, o di non essere carino con la pesca. Cosa mi ha fatto la pesca? Niente, a parte quella volta a Vobbietta. C'era una vasca di 5 metri per 5 con una densità di circa 15 carpe e 23 trote per decimetro quadrato, bastava mettere la canna ed il più scemo ne avrebbe tirate su 11. Qualcuno, uno, uno solo, è riuscito nel record mondiale di NON pesca nella vasca da bagno. Ridevano anche le carpe. quindi niente yogurt alla pesca, solo brutti ricordi, umiliazioni e sofferenza.

Io volo alto, sempre troppo alto per me. Che sono alto, ma solo di statura. Cioè non di "statura", volevo dire di altezza. Io volo alto perchè contano solo le cose piccole, cioè le piccole cose. E da quassù le cose si vedono piccole, anche se piccole non lo sono. Non lo sono mai.

Io volo alto, perchè se scendo potrebbe non riconoscermi qualcuno che mi conosce, ed io non sono capace di rovinare i sogni degli altri. Io voglio dire quello che sento, ma sento sempre cose che non dovrei sentire, e allora poi dovrei mentire. Ma tra il sentire ed il mentire ci sono troppi se... e troppi me. Ma con i se e con i me non si va da nessuna parte.

Io volo alto perchè non ho scelta. Non ho paura di cadere, non ho paura di stare male, non ho paura di perdere. Lo so già che cadrò, come so già che starò male ancora una volta, o cento, mille volte.

E so già che mi rialzerò ancora, ancora una volta, perfino questa volta. Con le ferite aperte, le ossa rotte, gli occhi gonfi, gli abiti strappati ed il petto in fuori.

Come sempre... come il Genoa.

   Luca Canfora