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Perchè applaudo Milito

di Luca Canfora

Il Genoa non è tema per diplomatici o acrobati della razionalità.

Il Genoa è sangue, promessa, percorso, memoria. Non può essere afferrato con le parole, non può essere analizzato con la ragione, e non può essere afferrato con la logica.

Il Genoa colpisce, infrange, innalza, sbalza, sventra, strugge, accende, incanta, ferisce, cura. Tutto, e tutto dentro lo stesso attimo, la stessa azione, la stessa partita, lo stesso pensiero.

Così è, perchè così deve essere. Altrimenti non sarebbe il Genoa, e non saremmo noi.

Il Genoa non esiste. Noi abbiamo creato il Genoa, e lo abbiamo creato perchè noi abbiamo bisogno di quell'attimo. Siamo noi ad avere bisogno di lui. "Noi siamo il Genoa" non è una affermazione retorica ed arrogante. E' solo una banale constatazione.

La vita, la vita vera, non è perfetta, non è impacchettata, non è composta, non è ordinata, non è in equilibrio. La vita vera è sporca, fuori tempo, ingiusta, crudele, inafferrabile, spaventosa, dolcissima, meravigliosa. Nello stesso attimo.

Cosa c'entra Milito?

Ero giovane, molto giovane. No, non quando c'era Milito. Ero giovane tanti anni fa, tanti anni fa. Mi ero preso una delle tante infatuazioni, più meno come quella per il Genoa. Forse un pochino più "pesante", ma per una ragazzina... e di certo mi perdonerete.

:-)

Che sensazioni indescrivibili, irripetibili. Sì perchè quel tipo di emozioni, non migliori, e non peggiori, di altre che verranno dopo, semplicemente "quelle", si possono provare solo in quella fase della vita. E' quella età, quella leggerezza, quella innocenza, quella meravigliosa posizione dell'anima, e solo quella, che ti fa "vedere" quello che non c'è, ti fa "sentire" quello che non si sente, ti fa arrivare dove non si può arrivare. Non è un posto dove ci sia qualcosa, dove ci sia qualcuno, ma è necessario "andarci", nel momento giusto. E' una tappa del percorso, indispensabile, fondamentale, per tutto il resto della vita. Non per trovare qualcosa, non per trovare qualcuno, solo per trovare se stessi, e capire la propria posizione nell'Universo.

L'Universo dentro.

Qualcuno lo chiama amore platonico, qualcuno lo chiama fissazione, qualcuno follia. E' tutto questo, ed anche di più. Eppure solo chi riesce a sfiorare le proprie follie, affrontando i mostri e le fate che abbiamo dentro, si può avvicinare a capire la propria essenza, mettendo le basi per il proprio cammino.

E' stata la prima volta, devastante, deflagrante, ma non l'ultima, nella mia vita. Ed è solo per merito di questi attimi, che io sono Luca. Non importa che tipo di Luca, non devo dirlo io, anche perchè non lo so. Ma sono Luca perchè sono stato lì.

Qualcuno, molti, hanno applaudito Milito. Altri no. Qualcuno si è sentito tradito, lo giudica ingrato, o peggio. Non ha importanza. Come ho detto sopra, è il Genoa, è vita. Ognuno ha diritto di sentire ciò che sente, ed esprimerlo come lo sente. Proprio perchè è la vita, ed è il Genoa. Ed il Genoa, come la vita, si può e si deve vivere solo così.

Io ho espulso certi sentimenti. Non è una scelta, è stato il mio percorso. Ed adesso sono qui, e sono così. Come tutti ho avuto le mie delusioni, le mie sconfitte, ed i miei amori perduti, lasciati andare. Ho capito che non importa chi, e non importa perchè.

Importa quello che ho provato, importa dove sono "stato", importa cosa ho imparato, ed importa cosa mi è rimasto. Questo, solo questo, fa di me quello che sono. Luca lascia stare l'orgoglio, la vanità, lascia stare il vocabolo "io", lascia stare la rabbia, lascia scorrere la delusione, lascia scivolare le recriminazioni.

Lascia stare "chi", lascia stare "come", lascia andare queste cose. Cosa vuoi che conti. La Terra ha 4,5 miliardi di anni. Non riusciamo a capire il concetto di "finito", e nemmeno quello di "infinito". Ma la nostra vita media è di 77 anni. E' un secondo.

E' appena iniziato. Anzi, è già passato.

Non mi importa chi è stato, cosa ha fatto, cosa ha detto, perchè lo ha fatto, perchè lo ha detto. No, per me non ha più importanza. Se sono stato felice, se ho visto quello che non c'è, se ho sentito quello che non si può sentire, per un secondo, solo per un secondo, a me va bene.

Non lo faccio per te, per lui, o per lei, lo faccio per me.

Ho da vivere, ed ho un secondo, solo un secondo, per sorridere.

Ed essere felice.

   Luca Canfora