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Si può perdere ed essere felici

di Luca Canfora

Non importa se molti penseranno che io sia alquanto stravagante, o bugiardo, ma ho sempre trovato triste e malinconica la retorica del vincente, della persona di successo. Nonostante una abbondante dose di narcisismo e di ego, di cui anche io sono composto, credo nella naturale bellezza di una vita reale più di quanto io creda che sia necessario avere, ottenere, guadagnare, possedere, raggiungere, per essere felice.

Che parola infelice, la parola "felice". Chissà cosa vuol dire.

Credo che sia bello "essere". Essere nelle sue mille sfumature: essere vuol dire pensare, approfondire la propria visione, in ogni campo, allacciare relazioni intense con gli altri, avere amori profondi, dolorosi, perfino malati, farsi del male nel tentativo di entrare dentro sè stessi, dentro qualcun altro, avere passioni di qualsiasi tipo, porsi obiettivi che ci facciano sentire vivi.

Essere, ed esprimere il nostro essere in tutti i modi che sono consoni al nostro carattere, al nostro modo... al nostro mondo.

E vincere? Nessuno nega l'emozione, il valore, l'intensità, di vedere gratificato il proprio desiderio, lavoro, impegno, sogno. Chiunque ha avuto la sua piccola o grande vittoria, almeno una volta nella vita. Un traguardo scolastico, un risultato lavorativo, un amore sofferto che alla fine ti ha detto sì, una emozione fugace eppure indimenticabile, bellissima. Certo che ho bisogno di questo, certo che ne abbiamo bisogno.

Eppure, se ci pensate bene, mentre quella emozione finale è esplosiva quanto breve, il tempo speso a costruire, immaginare, fantasticare, aspettare, il premio cercato, ha qualcosa di più intenso, profondo, duraturo, poetico. 

In fondo il traguardo è la fine del viaggio e del sogno, ma il viaggio ed il sogno sono esattamente ciò di cui io non posso fare a meno. E se ci pensate bene... credo che sia così anche per voi.

Ed eccoci al Genoa. 

Il viaggio non è ancora finito, ed in fondo vincere mi è sempre sembrato così banale. Ho sempre amato le cose difficili, le sfide impossibili, ed ho sempre amato i perdenti di successo, quelli con il petto in fuori e lo sguardo diritto, con quel mezzo sorriso di chi sa già che va incontro alla disfatta ma con quale orgoglio, fierezza, arroganza.

Come a dire:"Certo che vado incontro alla sconfitta, cosa ti credi? E allora? Sono uno contro 10 mila e quindi? Ora ti faccio vedere come si fa... sfigato di un vincente!"

:-)

Ecco, io amo le persone così, ed amo la vita fatta così.

Ed amo il Genoa, comunque vada.

   Luca Canfora