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SOTTOCANFORA: L'anno che verrà

di Luca Canfora
Buongiorno amici genoani.Non sono tipo da auguri, e nemmeno da feste, ma per voi farò una eccezione. Non so cosa vi aspettate voi, nella vostra vita privata, e dal nostro Genoa, io posso dirvi cosa auspico io, per me, in cosa credo io, e cosa mi sento di augurare a chi lo merita.Non a tutti... no... solo a chi lo merita.Spero che l'anno che verrà sia un quaderno bianco su cui scrivere cose semplici. La salute, per noi, per chi ci vuole bene, per coloro cui vogliamo bene. Una vita normale, qualche amico vero, non molti, che non esistono molti amici veri, non sono possibili. Pochi, pochissimi, sarebbe ottimo.Il lavoro. Qualunque lavoro, senza distinzione. Il lavoro non è ciò che siamo, è ciò che facciamo, solo ciò che facciamo. Non importa quanto sia piacevole, autorevole, sporco, lindo, stimabile, è importante poter garantire cibo ai nostri cari, qualche abito, una casa, qualche gioco per i bambini, qualche gita la domenica. Solo questo, non conta altro.Qualche sogno, piccolo, grande, solo per garantire al piede che resta per terra l'equilibrio di un piede che si stacchi da terra. Ma non troppo, non troppo. Il piede a terra deve essere sempre quello più saldo, quello più "pesante", quello più importante. Quello su cui poggia tutto.Solo questo, non c'è altro.E dal Genoa? Dal Genoa non mi sono mai aspettato niente, altrimenti non sarei ancora qui a sentire le cose che sentivo a 7 anni. Il Genoa è il mio rifugio, il mio stargate verso qualcosa che la vita "reale" nega agli adulti. Il Genoa "serve" a me infinitamente più di quanto io serva al Genoa. E' il nascondiglio in cui posso ancora fingere di andare oltre me stesso, oltre i miei sogni, oltre una realtà che a volte brucia, a volte fa male, a volte illude, spesso disillude e spezza tutti i fili di quel maledetto piede che vuole restare per aria, solo per fare un dispetto al piede a terra.Ma io quel piede non lo tiro giù, mi spiace. E non importa quante delusioni ancora arriveranno, e quali gioie, quante spine si conficcheranno nel mio cuore, quante lacrime di felicità scivoleranno sul mio viso, o quante mani tra i capelli mi faranno disperare per i nostri destini.Io non posso "liberarmi" del Genoa, ed accetterò il suo destino, qualunque esso sia, oggi e domani. Perché il suo destino è il mio destino, la sua strada è la mia strada, la sua storia è la mia storia.E mi sta bene così, nella buona e nella cattiva sorte.Buon anno a tutti voi, ai vostri cari, al nostro caro... Genoa.Luca Canfora