A VERONA UN GENOA CON POCHI STIMOLI E COL REBUS ATTACCO

06.04.2024 10:54 di  Radazione Genoa News 1893   vedi letture

Un altro esame finestra attende Alberto Gilardino, Il suo Genoa ha da tempo una fisionomia tattica precisa, pur discutibile e forse non c'è più tempo per apportare migliorie sotto quest'aspetto. Invece è la sua capacità di psicologo ad essere soppesata attentamente in questo finale di campionato che vede il Grifone immerso nel limbo, troppo distante per poter essere risucchiato nelle retrovie ma anche per giocarsi qualche chance concreta di aggancio al Monza e al Torino. Nel calcio italico da sempre funziona che quando si consolidano certe sciape posizioni la rabbia agonistica e anche la concentrazione si stemperino a tal punto da rendere irriconoscibile una squadra.

Ecco perché il biellese è obbligato a indossare i panni dello psicologo e a toccare le corde giuste per evitare al Genoa di sbracare. Lui stesso nei giorni scorsi ha rimarcato le difficoltà dei suoi ragazzi quando affrontano formazioni più motivate: difetto identificato, ma solo il campo dirà se si sono trovati gli acconci rimedi.

Il Verona di sicuro potrà sprigionare ben altra rabbia agonistica, In classifica è immerso nella bagarre salvezza e conscio che sino a fine maggio dovrà sudarsi l'agognata conquista. Intanto, sta suscitando diffusa ammirazione tra gli addetti ai lavori che, unanimemente, a fine mercato invernale avevano indicato proprio nella squadra gialloblù la più indebolita e, di conseguenza, una delle più serie candidate ad abbandonare l'Olimpo. Sulla carta, il materiale di cui dispone mister Baroni è inferiore rispetto alla concorrenza, ma il gioco che l'Hellas sta esprimendo dà torto a certe previsioni forse indebite e anche i risultati, tutto sommato, travalicano le previsioni. Una gran fetta del merito va riconosciuta proprio a mister Marco, che lo scorso anno condusse il Lecce ad un'anticipata permanenza in serie A e, timoroso di non potersi ripetere, abbandonò il Salento per accasarsi in Veneto, dove ha trovato identica situazione di disagio, anzi più grave a livello societario.

Il trainer fiorentino sta lasciando una gradevole impronta: le sue squadre giocano un calcio gradevole, atto ad esaltare le qualità di calciatori a caccia della consacrazione. A gennaio gli hanno venduto parecchi pezzi da novanta e lui sta facendo miracoli con i superstiti, parecchi dei quali assoluti carneadi nel nostro mondo pallonaro. Dipendesse da noi, se proprio con Gilardino non si trovasse la quadra in vista della prossima stagione, un pensierino al trainer gialloblù lo faremmo: tra gli emergenti ignorati dagli squadroni, è difficile indicarne uno più degno di attenzione.

I gialloblù per l'occasione saranno privi del ruvido difensore Magnani, sostituito da Coppola, un rincalzo di affidamento. Per il resto, si annuncia la conferma della squadra che ha pareggiato con pieno merito a Cagliari, anche se l'attaccante Bonazzoli, protagonista in terra sarda, preme per passare da subentrante a titolare e potrebbe spuntarla. Tra i veronesi emette ancora lampi di classe Lazovic, uno dei fedelissimi genoani di Enrico Preziosi: a 33 anni e mezzo il centrocampista serbo fatica a giocare una partita intera, ma sinché il fiato lo sorregge è consigliabile non perderlo di vista. Oltre alla voglia di sopravvivere, degli scaligeri preoccupa il dinamismo generale, che consente trame rasoterra di una certa incisività.

Minori garanzie, però, offre la fase difensiva dei padroni di casa, ed è qui che il Genoa è atteso a trarre profitto. Già, ma quali bocche da fuoco Gilardino potrà capitalizzare? Retegui, prima che dolorante ad una caviglia, è squalificato e Vitinha si porta appresso il classico acciacco che non è grave ma intanto lo condiziona enormemente. Se non altro, torna disponibile Ekuban, che come contropiedista si adatterebbe a certi contesti: ma quali sono le sue reali condizioni?

Gudmundsson è stato frequentato in settimana da una febbriciattola, che non dovrebbe influire sul rendimento. La sua classe è tale che un semplice spunto può lasciare una traccia indelebile nel match.

Chi altro rimane per schierare al Bentegodi una prima linea presentabile? Ci sarebbe Ankeye, per ora fedele all'etichetta di “oggetto misterioso”. Il suo ambientamento nel nostro calcio appare discretamente problematico, ma se l'impiego del giovane coloured resta limitato nel minutaggio, come si può pretendere che certi handicap iniziali spariscano d'acchito? Dunque, è presumibile che il nigeriano dal ciuffo ribelle uno spezzone di gara riesca a disputarla: sta a lui cogliere al volo la chance che il tecnico gli riserverà.

Negli altri reparti non si annunciano rivoluzioni. In difesa giocano i soliti tre, mentre a destra Sabelli è inamovibile e a sinistra qualche incertezza in più è legittima. Spence non è piaciuto contro il Frosinone e Martin, rientrato finalmente in gruppo, potrebbe insidiarlo al pari di Haps. Ben venga l'abbondanza, ma le qualità dei concorrenti non sono eccelse.

Infine il centrocampo. Il forfait di Malinovskyi facilita le scelte di Gilardino, propenso a dare ancora fiducia a Messias, con Strootman e Thorsby destinati ad entrare nel corso della ripresa. Tutta gente che combatte e fa legna, ma senza l'accelerata e la “gamba” per avanzare in soccorso degli attaccanti, E qui si aggancia il quesito base: a Verona quanti rossoblù appaiono in grado di creare qualcosa di tangibile nei paraggi del portiere locale?

                      PIERLUIGI GAMBINO


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