GILA, ALBERT E TUTTO IL GENOA, QUANTI CONTI APERTI CON I VIOLA

14.04.2024 15:18 di  Radazione Genoa News 1893   vedi letture

Tra Fiorentina (che deve ancora recuperare la gara dell'Atalanta) e Genoa ballano solo cinque lunghezze, distacco non incolmabile per il Grifo sfruttando a dovere lo scontro diretto, ma i motivi di interesse legati al posticipo del Franchi coinvolgono relativamente la classifica. C'è infatti il rischio che rossoblù e toscani il prossimo anno osservino le Coppe europee dal divano di casa.

Per la squadra di casa quest'impegno di campionato rappresenta più che altro di un ingombro, piazzato nel bel mezzo delle due sfide di Conference League contro il Viktoria Plzen, la prima delle quali chiusa a reti inviolate. L'obbligo di imporsi nel retour match inevitabilmente condizionerà certe scelte di mister Italiano, intenzionato a varare in campionato un turn-over atto a far riposare gli elementi più affaticati. Vero che l'organico  viola è nutritissimo, ma un briciolo di vantaggio per i rossoblù è innegabile.

Sul fronte genoano gli stimoli non mancano affatto. Tra essi la strana posizione di Alberto Gilardino, che quasi certamente l'anno prossimo occuperà una delle due panchine coinvolte nel match. Che il suo nome faccia parte del ristretto novero di candidati a succedere a Italiano – destinato a Napoli – è... il segreto di Pulcinella, ma che il suo destino sia certamente legato alla regione di Dante è tutto da stabilire. Di sicuro, per comprensibile orgoglio personale, il biellese ci terrà particolarmente a rimediare un figurone, in ciò aiutato dai suoi attuali giocatori.

Altri fattori legati al confronto? La voglia di riscatto della squadra rossoblù, che negli ultimi due test contro la Fiorentina ha incassato la bellezza di dieci gol: ben sei due anni orsono e quattro nel disastroso esordio in serie A lo scorso agosto a Marassi.

Mettiamoci poi la tradizione. Il tabù genoano al Franchi è quasi da record, visto che l'ultimo successo ospite risale... alla preistoria, il lontano 1977, con sigilli di Roberto Pruzzo (che poi avrebbe giocato tra i gigliati) e Ignazio Arcoleo. Secondo i pronostici, neppure stavolta sarà così facile spezzare il sortilegio, ma provarci è un obbligo tassativo.

E' finita? Non ancora. Dalla corposa lista degli agganci possiamo forse escludere la corte spietata della Fiorentina nei confronti di Guidmundsson durante l'ultima sessione invernale? Da Villa Rostan arrivò un “no” secco, ma quell'infatuazione di gennaio non potrà lasciare indifferente l'islandese, atteso a miracol mostrare.

Il suo gemello Retegui, dal canto suo, ha motivi ancor più seri per tornare in Liguria con un carico di applausi e – chissà – con la gioia supplementare per una personale segnatura. L'exploit del rivale in azzurro Scamacca a Liverpool rende ancor più urgente la risposta sul campo dell'italo-americano, reduce da un turno di stop e voglioso di lanciare un messaggio speciale all'indirizzo di Luciano Spalletti, che probabilmente sarà in tribuna ad osservarlo.

La coppia d'oro di Gilardino certamente provoca un moto di invidia nel clan toscano. Sotto l'aspetto delle individualità la Viola vanta anche in attacco fior di giocatori (basti pensare a Belotti, a Nico Gonzalez e anche all'anziano Nzola), ma tutti privi del gol nel sangue. Sul fronte statistico spicca un dato curioso: nessuna squadra di serie A ha mandato a bersaglio un numero così alto di calciatori proprio per sopperire alla mancanza di autentici cannonieri.

Il canovaccio del match è agevolmente prevedibile. La Fiorentina è fortissima nel possesso palla, frutto della qualità dei suoi centrocampisti, ma fatica a concretizzare. Più che ad assestare il colpo da ko, i viola badano a colpire ai fianchi gli avversari per mozzare il respiro e stancarli. Come neutralizzare questa tattica? Correndo – anche a vuoto – continuamente per turare ogni falla e scongiurando i passaggi filtranti e anche il tiro dalla distanza (altra specialità di casa Italiano). Eppoi, senza sguarnire le retrovie, involandosi in contropiede per capitalizzare la tendenza tutta fiorentina a giocare in difesa uno contro uno. Mai come stavolta sarà importante allertare e utilizzare in corso d'opera i panchinari per avvicendare gli elementi più anziani, ma Gila è abituato ad attuare questa strategia conservativa.

Capitolo formazione. Rientra dunque Retegui, ma è improbabile che il trainer genoano rinunci ad un centrocampista per virare verso la 3-4-2-1 che consentirebbe di schierare subito Ekuban. Il più collaudato3-5-2 contempla il consueto trio di difensori centrali e Sabelli a destra, mentre la fascia sinistra è contesa da Haps e Spence, con il secondo in teoria più adatto alla copertura. In mezzo, stante l'assenza non breve di Malinovskyi, spazio a Badelj, Frendrup e Messias, con Thorsby e Bohinen pronto a subentrare. In avanti, il sunnominato Ekuban sarà in preallarme per un impiego in corso d'opera, qualora fosse necessario agire negli spazi, ma non si deve trascurare la disponibilità del giovane Ankeye.

Si prospettano 90 minuti di estremo sacrificio, data la superiorità tecnica della Fiorentina, ma perlomeno il pareggio è alla portata e sarebbe tanta manna per mister Alberto, deciso non solo a salvarsi – conquista ormai in tasca – ma anche a centrare il personalissimo obiettivo finale dei 42 punti.

                                  PIERLUIGI GAMBINO


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