A San Siro non una partita scontata ma il calendario può condizionare

16.04.2021 10:00 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Tredici mesi orsono, appena prima del lungo black-out, ma già in piena pandemia, il Grifone firmò un capolavoro espugnando San Siro rossonero a capo di una prestazione da incorniciare. Sino al 5 novembre, quasi sei mesi più tardi (la data dello storico 0-3 targato Lille), quella fu l'ultima sconfitta rimediata dal sorprendente Milan di Pioli.

Ora il Diavolo è ben più ambizioso e lanciato di quello della primavera 2020 (pur denunciando in tempi recenti un certo calo rispetto all'andata) e il Grifone, per precise caratteristiche dei suoi elementi, fatica ad esprimere un gioco così brillante ed efficace. Il tabellino di quel match reca alla voce marcature i nomi di Pandev, Cassata e Ibrahimovic. Ebbene, il primo – dopo la latitanza espressa in casa della Juve – difficilmente sarà confermato; il secondo è appena tornato disponibile dopo un'interminabile via crucis, ma sembra arruolabile solo per un impiego part time; il terzo è finito in castigo dopo la lite con l'arbitro Maresca a Parma.

Cambiano insomma i protagonisti di un match nel quale il Grifo ha meno da perdere rispetto ad un Diavolo che sta faticando a tenere indietro l'orda di prestigiose inseguitrici che attentano al suo attuale secondo posto. I rossoblù, pur distanti dieci lunghezze dal Cagliari, non possono sentirsi tranquilli, ma proprio per questo motivo mister Ballardini dovrà meditare parecchio sulle scelte di formazione. Che il Milan attuale – come dimostrato dai cugini blucerchiati – non sia inarrestabile, lo attesta anche il digiuno di vittorie casalinghe che si protrae dal 7 febbraio, quando il Crotone ne incassò quattro. La gara insomma è aperta, ma ben più agevoli si prospettano i due successivi impegni dei rossoblù: entrambi a Marassi di fronte alle balde matricole Benevento e Spezia: ovvio che zio Balla debba fare i propri calcoli, suggeriti anche dalla necessità di giocare tre delicatissime partite in una settimana.

Il rientro da squalifica di Strootman è un toccasana per il centrocampo: l'asse formata dall'olandese e da Badelj (due anni fa a lungo nel mirino rossonero) è una garanzia di tenuta, ma occorre intanto scegliere il loro partner nella mediana a tre: il diffidato Zajc, il tonico ma acerbo Rovella, il non brillantissimo ma esperto Behrami o il convalescente Cassata?

In difesa, mancando lo squalificato Criscito, si preannuncia l'automatico ritorno di Goldaniga, alternativa più che dignitosa, con il duttile Masiello spostato a sinistra. E pazienza se Balla dovrà ancora affidarsi a Radovanovic, altro elemento a rischio sospensione.

Ben più complesso il discorso legato alle fasce per via della sicura assenza di Zappacosta (infortunio meno grave del previsto, il suo, ma rischiarlo sarebbe un suicidio) e Ghiglione, destri naturali uno dei quali obbligato a cambiare versante. Il primo dei due è in palla e, almeno finché il parziale sarà favorevole, appare funzionale ad una gara difensiva; il secondo, più bravo ad attaccare, deve mostrarsi all'altezza nel contenimento ed anche migliorare nella concretezza in avanti. Ultima opzione, ma non troppo convincente, il rilancio di Melegoni. Qualche sofferenza sul corridoio esterno è dunque prevedibile.

Infine la prima linea. Scamacca, diventato di recente un obiettivo anche del Milan, è ormai un inamovibile, ma con chi affiancarlo? L'accoppiata con Destro – ammirata di fronte alla Fiorentina - appare un po' forzata ma stuzzicante, mentre Pjaca è la solita incompiuta, Pandev potrebbe risultare più utile in corso d'opera e Shomurodov non riesce ad uscire dal tunnel. Un bel rebus, insomma.

Anche in casa Milan, comunque, c'è un problemone da risolvere: la sostituzione di Ibra, che non è solo il terminale di molte azioni, ma anche l'uomo-assist (vedi Parma) e il trascinatore. Come caratteristiche, ssrebbe più adatto il navigato Mandzukic, il cui acquisto invernale si sta rivelando un flop: spazio quindi a Leao, un contropiedista, cui non va lasciato troppo prato a disposizione.

In definitiva, un Diavolo provvisto di elevata qualità e fantasia, ma povero di forza d'urto e contenibile da una difesa organizzata ed abbottonata da quella rossoblù. Senz contare che i rossoneri a volte si sbilanciano e concedono ghiotte ripartenze: toccherà a Ballardini lucidare quest'arma, che appare piuttosto spuntata.

                              PIERLUIGI GAMBINO


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